Le Chiese

Monte San Giovanni Campano

Le Chiese

La Collegiata di Santa Maria della Valle (nel passato dedicata alla Madonna in Cielo o anche del Suffragio) è la principale di Monte San Giovanni, di origine medioevale, compare infatti per la prima volta in un atto del 1186. L’attuale struttura risale al Cinquecento, infatti la facciata è di stile tardorinascimentale con due ordini di lesene, coronamento a timpano e ampio finestrone a vetrata istoriata. Al centro dei tre scomparti dell’ordine inferiore c’è il portale bronzeo dello scultore anagnino Tommaso Gismondi, in cui l’artista ha svolto i temi della devozione monticiana per la Madonna del Suffragio e per i santi patroni. Sono in tutto sette pannelli, di cui uno trasversale posto in alto e sei verticali. L’interno a navata unica e croce latina ha sei cappelle e al centro della crociera l’altare maggiore. La chiesa conserva la Gran Croce che si porta nelle processioni e il coro settecentesco intagliato dal tedesco Veser. L’abside è dell’architetto ottocentesco Virginio Vespignani, e ci sono pitture di Sarra, Balbi e della scuola del Cavalier d’Arpino. Una statua lignea di scuola lucchese della Madonna del Suffragio è del XVI secolo. La decorazione della chiesa è recente, dell’artigiano verolano Mauti che ha affrescato sulla volta tre episodi dell’Antico Testamento.

La Chiesa di Santa Maria della Arendola o Arenula è l’altro tempio urbano; anch’essa di origini medioevali, appare oggi profondamente rimaneggiata: a navata unica, abside smussata, una torre campanaria quadrata, conserva due pregevoli dipinti, il primo raffigurante la Natività della Madonna di scuola napoletana del XVIII secolo, il secondo la Madonna con Sant’Emidio e San Francesco che è stato attribuito al Sansovino.

La Chiesa di Santa Margherita è posta in alto vicino al castello. La sua origine è sconosciuta e lo stile dell’architettura, rosone centrale, finestra laterale con forte sguancio, campanile robusto, fa pensare ad una sua marcata vetustà, ma il timpano classico e le cornici del portone rimandano ad interventi architettonici rinasci mentali. Anche questa chiesa ha una sola navata e si presenta impoverita nell’arredamento liturgico.

Fuori del paese, oltre la Porta di San Rocco, è sita la Chiesa di San Pietro de Areaula di antica origine e documentata a partire dall’XI secolo. E ricordata come una fondazione canonicale, risalente al 1028, e sembra una delle più antiche testimonianze di questa forma di vita ecclesiastica precedente alla riforma gregoriana. Nel 1379 Urbano VI obbligò i certosini di Trisulti ad ingrandire la chiesa di cui erano divenuti proprietari e alla quale rimasero legati fino al 1870. Il cenobio ne nominava il parroco, la manteneva e, nel 1725, ne curò la ristrutturazione. L’edificio è singolare poiché si distacca nettamente dall’architettura più frequente della zona: infatti è a croce greca e in alto si chiude con tiburio ottagonale e lanterna. Il campanile, incastrato fra due bracci, presenta un’originale copertura che richiama elementi stilistici orientali; anche la facciata settecentesca è insolitamente estesa a coprire le sporgenze laterali, l’interno ha tre altari, uno per braccio, ed alcuni dipinti seicenteschi fra i quali una Vergine con Bambino, San Pietro e San Brunone del Caci.

Delle altre chiese si rammenta la Cappella di San Luigi Gonzaga con dipinti settecenteschi di scuola napoletana; la Chiesa dei Santi Giacomo Battista ed Evangelista nel convento cappuccino omonimo ricostruito nel Cinquecento. La chiesa precedente era molto più grande, ridotta poi alle dimensioni tipiche dei conventi cappuccini; interessante il chiostro con al centro un giardino. Attualmente il convento è una casa di preghiere e di incontri.

Nella campagna monticiana si trovano diverse chiese fra cui la Madonna del Reggimento ove si conserva un affresco. La chiesa è legata al ritrovamento nel 1796 di una sacra immagine, oggetto di devozione popolare.

Il centro storico riserva la sorpresa di una grande vista su uno splendido panorama: dal castello o la diversi balconi che si aprono nelle strade cittadine si può ammirare la vallata del Liri, il sistema delle colline centrali ciociare e le catene che coronano la valle ciociara.