Museo della Gente di Ciociaria
Museo della Gente di Ciociaria – immagini, pensiero, tradizioni, sapori
Le ragioni di un Museo antropologico
Negli ultimi anni è cresciuto sempre più l’interesse per gli studi legati all’uomo e al suo territorio e questo sta avvenendo anche sulla realtà agro-pastorale dei Ciociari, gente ancora a noi vicina per epoca storica.
Ma gli studi finora pubblicati hanno esaminato campi d’indagine limitati, che spesso non superavano l’orizzonte di un singolo comune ed in genere i più interessanti hanno riguardato, per il patrimonio immateriale, raccolte di proverbi, stornelli, poesie dialettali, favole; per il patrimonio materiale, attrezzi di lavoro, oggetti, documenti, tutti risalenti per lo più all’ultimo mezzo secolo.
Queste raccolte, condotte da appassionati locali di cultura popolare, preziosissime e sicuramente da incoraggiare, ma impostate su un metodo che indaga realtà parziali e spazialmente limitate, stentano per questo motivo a raggiungere una visione generale.
La XV Comunità Montana “Valle del Liri” ha voluto proporre un’iniziativa che inverte tale modo di ricercare, per dare ordine, maggior completezza e consequenzialità tematica ai lavori in atto, mediante la creazione di un Museo territoriale sui Ciociari, studiati su un campo di indagine che abbraccia un largo settore dell’Italia Centrale, con un inquadramento generale di tipo antropologico.
Essendo stata spesso oggetto di dibattito, si è anche tentata l’individuazione scientifica dei confini della Ciociaria nel tempo, partendo dall’analisi di documentazione d’epoca (atlanti, diari di viaggio, cronache, libri, ecc.), perché, derivando essi da una convenzione popolare dinamica e non emanati da norme, hanno abbracciato territori variabili, prima solo interni allo Stato Pontificio, poi estesi anche al Regno delle Due Sicilie, in un’espansione che si è sviluppata già dai primi dell’800 fino al 1927, quando ancora venivano considerati appartenenti alla Ciociaria storica molti altri centri quali, per es., Velletri, Palestrina, Valmontone, Subiaco, Sezze, Sonnino, Fondi, Terracina, Gaeta, Minturno, Sessa Aurunca e i paesi della Valle Roveto.
Dal 1927 con la nascita della Provincia di Frosinone si è avuta, sempre per convenzione popolare, una Ciociaria moderna sensibilmente più ristretta e coincidente con i nuovi limiti provinciali e con l’esclusione dei territori ricadenti nelle attuali province di Roma, l’Aquila, Caserta e Latina. Addirittura è accaduto che il territorio di Sonnino, al quale per primo fu dato il nome di Cioceria (della Croce), oggi non rientri più nei confini della attuale Ciociaria.
Ma studiare negli ultimi due-tre secoli i caratteri di una popolazione, prevalentemente costituita da pastori e contadini, non era facile, essendo ormai sfumate le tracce prevalenti di tipo orale; questo però è stato risolto avendo la fortuna di attingere ad una massa di materiali visivi e testuali di grande bellezza ed importanza, molti dei quali inediti, prodotti soprattutto dai viaggiatori stranieri del 700 e dell’800 e pervenuta a noi nella ricchezza di tanti dettagli, che ormai nessuno più ricordava.
Questo lavoro ha portato alla scoperta, o riscoperta, di molti elementi fondanti della civiltà agro-pastorale ciociara, delle sue tradizioni religiose, delle pratiche popolari, dei canti, dei saperi locali, delle condizioni lavorative di uomini e donne nell’ultimo periodo della ruralità, prima dei grandi cambiamenti del XX secolo.
Il Museo ferito
Quando l’allestimento era già completato da un pezzo, mentre ormai si avvicinava la data dell’inaugurazione, è intervenuto un fatto doloroso: il Museo è stato attaccato e violato da ignoti vandali che ne hanno degradato i materiali esposti con numerosi piccoli e grandi danneggiamenti. Il Museo esiste, è visibile, ma è un Museo ferito.
Questa giornata di studio e di solidarietà serve a farlo conoscere e, nello stesso tempo, serve a compiere una ricognizione sui mali della nostra società nei riguardi di atti distruttivi gratuiti contro le cose dell’arte, del pensiero, della conoscenza e a tentare l’individuazione di criteri di prevenzione, affinché un patrimonio pubblico da affidare alle generazioni giovanili, non venga da loro, come probabilmente è accaduto, manomesso addirittura prima dell’inaugurazione.
Pur nella mutevolezza dei racconti e delle impressioni dei viaggiatori di qualche secolo fa, è stato raccolto un mosaico di elementi che delinea sufficientemente i caratteri dei Ciociari per offrirli al pubblico e a raccoglierne ancora tanti altri; la realizzazione di un Museo serve probabilmente anche a riallacciare collegamenti identitari tra abitanti di città e paesi apparentemente lontani, perché separati da confini puramente geografici o amministrativi, i cui antenati, però, calzarono le cioce e, pur sparsi con l’emigrazione sul territorio italiano e nel mondo, si considerarono fratelli nei dialetti e nelle tradizioni.
Oggi dopo le tante difficoltà di una società in sviluppo, molti di questi cittadini, riscoprendo comuni legami d’origine, potrebbero dichiararsi orgogliosi di appartenere ancora al ceppo di una gente che nelle molte difficoltà superate ha mostrato sempre un carattere forte e fiero, una gran capacità lavorativa e creativa, un temperamento ricco di saldi valori morali.
(Ugo Iannazzi)
Galleria fotografica della inaugurazione