Strangolagalli

Comuni

Provincia di Frosinone, abitanti 2.524, superficie Kmq 10,47, altitudine m. 270

Abitanti: Strangolagallesi

Festa patronale: San Michele

Frazioni e Località: –

Comuni limitrofi: Monte San Giovanni Campano, Arce, Ceprano, Ripi, Boville Ernica.

Distanza da Frosinone Km. 18

Autostrada: A1 Ceprano.

La Storia

L’origine del nome di Strangolagalli è incerta; non c’è infatti una spiegazione si cura: l’etimo si fa risalire a leggendarie uccisioni, ma sembra che la radice sia da trovarsi in termini longobardi, almeno secondo le ricerche del Vecchiarelli. Lo stemma comunale sembra far riferimento all’insolito toponimo: raffigura infatti un gallo e un cane che si fronteggiano, in procinto di combattere.

La storia di questo paese comincia con l’età antica; i resti trovati testimoniano la presenza di un piccolo villaggio: i fregi dorici che decorano uno di questi reperti farebbero pensare all’esistenza di qualche edificio di rilievo. A seguito della decadenza romana e delle invasioni germaniche, la popolazione passò sotto l’autorità di Veroli. Il piccolo castello appare nella documentazione solo nel 1097: per tutto il Medioevo rimase quasi sempre associato a Monte San Giovanni Campano, di cui seguì le sorti politiche.
Fu possedimento dei Girini, una famiglia strangolagallese che dominava l’area centrale della Campagna e che subì l’offensiva vincente dei vescovi verolani e del papato. Il posto dei Girini fu preso dalla signoria episcopale di Veroli che poi, a sua volta, fu costretta a riconoscere il predominio dei signori di Aquino, sia su Strangolagalli che sul castello di Monte San Giovanni. Il dominio aquinate fu contrastato dai Colonna che, al l’inizio del Quattrocento, riuscirono a impadronirsi dei castelli della zona. Sempre nel XV secolo, durante le lotte fra angioini ed aragonesi nel territorio strangolagallese, presero stanza degli eserciti il cui ricordo permase in alcuni toponimi delle campagne. Dopo queste guerre il paese tornò sotto gli Aquino-d’Avalos, soggetto sia al papato che ai re di Napoli, in una sorta di condominio giurisdizionale.

All’inizio del Cinquecento, Strangolagalli tornò sotto il papato che confermò gli statuti e le prerogative locali, condonò le pene per i delitti e concesse un governo autonomo con sede a Monte San Giovanni. Non riuscì però a eliminare una piaga locale: il brigantaggio, in cui si distinse “il prete”, uno strangolagallese che finì per arrendersi a un frate. Durante i secoli successivi non si verificarono fatti di rilievo; solo tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Otto si registrò, negli avvenimenti del tempo, la presenza di strangolagallesi che organizzarono bande armate per ribellarsi ai francesi, ai giacobini romani ed ai napoleonici. L’unificazione della penisola vide un manipolo di coraggiosi proclamare l’annessione: da allora Strangolagalli è stato un prospero e pacifico villaggio ciociaro, che ha vissuto tutti gli avvenimenti della storia italiana: l’emigrazione, la prima e la seconda guerra mondiale, i processi di modernizzazione, la rinnovata, drammatica necessità di cercare lavoro lontano dal proprio paese, le trasformazioni economiche conseguenti all’abbandono del l’agricoltura tradizionale e all’introduzione dell’industria.

Il centro urbano di Strangolagalli sembra quasi un ovoide e sorge sopra una collina: si tratta del tradizionale abitato di tipo appenninico, formato da giri di case attorno ad una strada centrale, sorta sulla sommità della collina; delle fortificazioni del passato rimane solo una torre quadrata.

La chiesa principale, San Michele Arcangelo, pur essendo nota sin dal Medioevo, è stata interamente rifatta nel Settecento a unica navata. La gran parte delle abitazioni si dispiega ormai lungo le strade di accesso al centro urbano e nelle campagne.

Il sito di Strangolagalli appartiene al sistema collinare ernico che degrada verso il Liri.

Il territorio è formato da una serie di basse colline, con pendii poco scoscesi e quindi facilmente coltivabili. Le aree sono state quasi del tutto disboscate per essere coltivate dalla popolazione in forte crescita.

Le condizioni economiche del paese sono soddisfacenti poiché una buona parte della popolazione lavora nelle fabbriche di Frosinone, Ceprano e Cassino. A Strangolagalli sono sorti inoltre dei laboratori che producono abbigliamento e pelletteria.