Sora Romana

Sora

Sora Romana

Nel 306 a. C. avviene la definitiva conquista della città da parte dei Romani. Negli anni successivi essa svolse l’importante ruolo di base logistica e strategica per i Romani, sino alla fine della terza guerra sannitica.

Tre fatti dimostrano quale fosse la grande importanza che i nuovi venuti attribuivano a Sora:

1) l’istituzione di una colonia latina (303 a. C.) con un altissimo numero di coloni (4.000 con le loro famiglie, quindi in tutto oltre 12.000 persone); ad essa seguì l’inclusione della città nella tribù Romilia.

2) l’immediata costruzione di un imponente tempio, innalzato presso il primo forum di Sora;

3) la successiva realizzazione di un tronco stradale che praticamente, attraverso la Vai Roveto, permetteva di riunire la Via Valeria con la Via Latina.

“E impensabile che i nuovi arrivati possano avere trovato posto nelle immediate vicinanze di Sora, tenuto conto che aldilà del 225 maggiorenti giustiziati, non si ricordano altri eccidi nei riguardi della popolazione volsca e che inoltre una parte del territorio era ancora paludoso. E da ritenere, quindi, che tutti i terreni disponibili nella zona siano stati utilizzati, compresi quelli della piana di Alvito, dalla quale proviene una grande quantità di reperti in massima parte di epoca repubblicana…Il tempio, di derivazione italica, probabilmente riproponeva, localmente, con il modello del Capitolium, il fondamento della vita religiosa di Roma, con l’intenzione di sottolineare gli stretti legami che le colonie avevano con la città d’origine e per avvicinare le popolazioni locali ad un tipo di istituzione sacra, che aveva un forte contenuto politico e propagandistico” (Rizzello, Sorti, 1991).

La costruzione del tempio nell’area del più antico forum di Sora (attuale piazza Indipendenza), quello che funzionava non solo come luogo di scambio, ma anche come mercato del bestiame, presuppone una prima sistemazione urbanistica della città, di alta datazione, avvalorata dal fatto che le prime testimonianze dell’attigua area sacra, sostenuta da una grossa costruzione in opera poligonale, risalgono al Il sec. a. C. (altare di Màrte con iscrizione arcaica; inizi del thesaurus monetale con dedica a Minerva).

In tutta la zona in cui sorgeva il tempio sorano vi erano dislivelli (terrazzamenti), che dovevano essere superati con scalee. Una scalea (probabilmente nella stessa posizione di quella attuale) assicurava l’accesso al piano di calpestio del tempio; altre scale (una è rimasta) dovevano portare al terrazzamento successivo (con un dislivello di oltre 4 metri), sul quale si svolgeva la via antiqua (testimoniata da basolati) e vi era un secondo edificio sacro (tempio B), distrutto dalle frane. La sistemazione risultante dall’articolato complesso sacro che si affacciava sul forum, aveva una chiara sistemazione scenografica, molto interessante, vista l’alta cronologia degli edifici e dei terrazzamenti.

La costruzione dei ponti di San Lorenzo, di Napoli, Marmone e di San Paolo, avvenuta fra la fine del 11 sec. a. C. e gli inizi del I, così come il restauro del ponte Cereatae, già in rovina nella prima metà del I sec. d. C., fu preceduta da estese opere di bonifica della Conca Sorana e dalla regolarizzazione del percorso fluviale del Liri all’altezza del centro urbano di Sora.

Alla metà del II sec. a. C. viene datata un’iscrizione arcaica con dedica ad Ercole, conservata nel cortile dell’ex Istituto Tecnico Baronio.

Nel pieno della seconda guerra punica, Sora e altre 29 colonie latine si rifiutarono di fornire truppe ausiliare a Roma. Concluse le ostilità, nel 204 a. C., si imposero alla città, come punizione, il raddoppio del contingente militare a disposizione dei Romani e un tributo annuo.

Terminate le tumultuose vicende della guerra sociale, le cui decisive battaglie si svolsero nella Media Valle del Liri, nell’88 a. C. Sora ebbe la cittadinanza romana e diventò (con la Lex Julia Municipalis) municipio di pieno diritto, retto da quattuorviri.

Nel 44 a. C., subito dopo la battaglia di Filippi, si istituì nella città la colonia triumvirale Julia praetoria, con i veterani della IV legio Sorana, formata da soldati originari della zona. Da questo momento avviene nel centro lirino una profonda trasformazione, con un forte risveglio economico, contrassegnato anche dall’incremento e dal miglioramento delle strutture pubbliche e dalla ristrutturazione urbanistica, con un consistente mutamento della composizione demografica e con notevoli conseguenze nella stessa sfera religiosa.

L’importanza assunta da Sora come nodo di comunicazioni, centro industriale e di lavorazione artigianale (cave di travertino e calcare, lavorazione della pietra e del legno) e centro di commerci riguardanti i cereali, la carne, la lana, il vestiario, ecc., favorì l’emergere di un ceto che godeva di una solida condizione economica. Si trattava di magistrati, militari, sacerdoti di culti diversi, ma anche di liberti impegnati negli affari, nei commerci e nelle professioni. Era questa una classe che voleva lasciare il segno e il ricordo della propria esistenza attraverso la testimonianza dei monumentali sepolcri, eretti lungo le principali strade extraurbane e ricchi di rilievi, sculture e fregi, realizzati in laboratori artigianali specializzati, secondo il gusto proprio dell’ellenismo.

Con la nuova colonia, di cui fu personaggio rappresentativo L. Firmius (ultimo quattuorvir del municipio e primo pontefice della colonia), si realizza, su un nuovo percorso, il primo tratto rettilineo della strada fra Sora e Cereatae (Casamari).

Ad epoca augustea risale probabilmente la creazione del secondo forum (attuale piazza S. Restituta), quello riservato agli affari civili. Nel primo secolo dell’Impero si dovettero portare a termine opere pubbliche quali l’acquedotto c.d. di Nerone, con condutture provenienti dal vallone del Lacerno, e la basilica di Cesare (testimoniata epigraficamente), forse situata presso il secondo forum, nell’area nella quale sorse in seguito l’originaria chiesa di Santa Restituta.

La viabilità nel territorio gravitante su Sora aveva assunto intanto un così accentuato sviluppo da rendersi necessaria l’attribuzione dell’incarico (infrequente nel mondo romano) di viocurus, per sovrintendere alla funzionalità delle strade. Tale incarico, da un’iscrizione, risulta assegnato, per due volte a M. Baebius Secundus. Si era intanto profondamente modificato il tessuto etnico della città, che da molte epigrafi in quell’epoca appare formato in gran parte da liberti greco-orientali.

La presenza di tanti cittadini ditale origine, così come quella dei veterani di Filippi, spiega la notevole diffusione dei culti orientali; riscontrata a partire dal I sec. a. C. In relazione a tali culti e alle persecuzioni e ostacoli che essi incontrarono, si collegano le notizie riguardanti la doppia dislocazione di un tempio di Iside a Sora, nei pressi del centro abitato (a nord del ponte San Lorenzo) e ad alcuni chilometri di distanza (Vai Para).

Dagli inizi del TI sec. d. C., le informazioni su Sora e il suo territorio hanno carattere sporadico; nel IV sec. d. C. essa viene inserita nella provincia della Campania e del Samnium.

Nel secolo successivo la città divenne sede del Vescovado.