Sant’Apollinare

Comuni

Provincia di Frosinone, abitanti 1.996, superficie Kmq 17, altitudine m. 51

Abitanti: Santapollinaresi

Festa patronale: Sant’Apollinare

Frazioni e LocalitàCosta

Comuni limitrofi del LazioSant’Ambrogio sul Garigliano, Sant’Andrea sul  Garigliano, Vallemaio, San Giorgio a Liri, Pignataro Interamna, Cassino.

Distanza da Frosinone Km. 59

Autostrada: A1 Cassino

La Storia

Il nome del comune ha origine dalla chiesa medioevale eretta dai benedettini nel fondo denominato Albianus e documentata nelle carte cassinesi dell’VIII secolo. Si trattava di un piccolo insediamento con chiesa, locali per i monaci e magazzini per la raccolta delle derrate e delle merci prodotte dai coloni e ammassate dai religiosi. Attorno all’insediamento, ricostruito dopo le depredazioni dei saraceni e degli ungari, si venne a radunare la sparsa popolazione delle contrade prospicienti il Liri, il fiume che oggi, proprio al confine del comune dove si congiunge col Gari, muta il suo nome in Garigliano. La chiesa non sorgeva nella zona ove attualmente è situato il paese, ma nelle sue immediate adiacenze. Qui si raccolsero gli abitanti di piccoli villaggi che dopo poco tempo fortificarono un altro sito, costruendo un castello a maggior difesa del loro abitato e a controllo, dall’alto della piccola collina, della pianura del Liri-Garigliano e del passaggio del fiume.
Dopo la restituzione del dominio agli abati cassinesi, il piccolo centro, che fece sempre parte della Terra Sancti Benedicti rimase sostanzialmente fedele ai monaci. Trovandosi al confine dello stato abbaziale, Sant’Apollinare subì spesso le offensive dei signori feudali di Aquino e di Gaeta, che per lungo tempo mirarono a ingrandirsi a spese del territorio monastico.

Sant’Apollinare che seguì sempre le sorti dell’abbazia, subendo le occupazioni da parte di milizie imperiali e regie, contrarie ai monaci, nei secoli del Medioevo fu un piccolo ma prospero abitato. Come molti altri paesi fu coinvolto in guerre e passaggi di eserciti, fra i quali si ricordano l’occupazione di Braccio da Montone nel 1421, l’occupazione regia del 1487 e il saccheggio del 1799 ad opera di truppe francesi. Visse, senza prendervi parte attiva, grandi avvenimenti dell’Ottocento, l’unificazione nazionale e il brigantaggio. Con la fine del XIX secolo iniziò un lungo periodo di emigrazione, nonostante Sant’Apollinare fosse potenzialmente un fiorente centro agricolo e le lotte contadine del primo dopoguerra fossero riuscite a strappare, nelle vertenze del febbraio 1920 favorevoli condizioni contrattuali. Il paese fu danneggiato dal terremoto del 1915 e distrutto nella seconda guerra mondiale. Il centro urbano e le abitazioni furono costruite nel dopoguerra anche se nuovi danni furono apportati nel 1984 dal terremoto.

Il paese è situato su un modesto poggio a una certa distanza dal fiume Liri, e appare oggi completamente rinnovato. Si sviluppa lungo la provinciale e attorno ha due piazze: sulla più grande si trova la modernissima Parrocchiale di Santa Maria degli Angeli. La gran parte della popolazione vive nelle campagne in piccolissimi agglomerati e in case sparse che si raggiungono mediante una fittissima rete di stradine tutte asfaltate. Molti lavorano nelle fabbriche del cassinate, soprattutto alla Fiat, diversi si occupano ancora di agricoltura; ci sono numerosi impiegati nei servizi e in special modo nell’edilizia. Nel corso dell’Ottocento sono state trovate diverse iscrizioni romane, pare provenienti da Interamna Lirenas e oggi del tutto scomparse. Il paese non conserva che pochi resti del castello medioevale, ulteriormente danneggiati dall’ultimo terremoto, dopo le distruzioni operate dalla guerra.