Fregellae dei Volsci
Fregellae dei Volsci
Al di sotto del Castello, nemmeno cento metri di distanza dall’attuale Cimitero, è possibile ammirare tra l’erbe alcuni tratti di mura megalitiche. L’ammirazione non viene tanto dai resti, peraltro molto esigui, della costruzione muraria in sé, quanto dalla considerazione e meraviglia che suscitano le ipotesi su quale popolazione, in che modo, perché abbian portato quei massi di pietra fin lassù, componendoli a mura, per contenere e difendere, evidentemente, un insediamento, una cittadella, una roccaforte.
Si tratta di mura ciclopiche, o megalitiche, di primitiva fattura, forse risalenti ai primi abitatori di queste terre che, al tempo preistorico, della estrazione e lavorazione del ferro, incominciarono a doversi difendere e quindi a costruire fortificazioni sulle alture. Vennero alla conquista delle nostre terre per primi gli Etruschi, richiamati dal ferro del Monte Meta. Ma furono pacifici. Subentrarono i Volsci, bellicosi, provenienti dal vicino Fucino, quando erano estesi l’uso e il commercio del ferro ed era necessaria la difesa militare. Intorno al Monte Meta nacquero postazioni fortificate, tra cui l’Arx Fregellana, l’odierna Rocca d’Arce, a guardia della Valle del Liri e del Sacco, il Trerus dei Latini, e a difesa della Valle di Comino e quindi della zona mineraria del Meta. Altre postazioni difensive erano in Arpino, Sora, Cesenna, Duronia, Atina, Comino e forse anche Aquilonia.
Ritrovamenti archeologici dell’età del ferro si sono avuti in Rocca d’Arce, a conferma della sua preistoria. D’altronde, la posizione geo-topografica di Rocca d’Arce, la Fregellae dei Volsci, l’Arx Fregellana, era di primaria importanza, in un sito di efficace controllo su una articolata vasta rete viaria pedemontana e di fondo valle.
Il nome di Arx (Arx Fregellana, Arx Volscorum) dovette dare la denominazione a tutto il monte su cui insisteva la primitiva fortificazione, fino al dorso occupato dall’attuale Arce, tanto che, al tempo dei Romani, Marco Tullio Cicerone chiamerà Arcanum il sito dove il fratello Quinto si era costruita una villa e Arcanum si chiamerà il monte Arce – Rocca d’Arce. L’Arx Fregellana non va confusa con Fregellae, la colonia romana che fu fondata nel 328 a.C. . Così noi abbiamo due città chiamate Fregellae, una Fregellae dei Volsci, o Arx Fregellana, e una Fregellae dei Romani, sul colle di Opri, al confine tra Arce e Ceprano, nell’attuale località Santa Giusta di Isoletta.
Fregellae dei Volsci fu importante nell’antichità, soprattutto sotto l’aspetto militare – difensivo. Dominava e proteggeva vie primarie, dalla preistoria, dal tempo de Volsci e dei Sanniti, fino al tempo dei Romani, e poi per tutto il Medio Evo. Basti ricordare la via Pedemontana, la via Latina che in pratica sostituì la prima, la Vitularia e le altre vie di accesso a Sora, a Comino, ad Atina, ad Arpino.
Negli anni intorno al 350 a.C., i Sanniti erano in espansione a danno dei Volsci e dei Romani, ed occuparono vasti territori al confine del fiume Liri, tra cui Fregellae volsca, che distrussero. Quando i Romani vollero provocare i Sanniti, per batterli onde avere campo libero e quindi procedere speditamente nel vasto progetto di colonizzazione dell’intera penisola, fondarono Fregellae, sulla riva sinistra del Liri, provocando la Seconda Guerra Sannitica, che durò dal 328 al 304 a.C. . Si tratta, certamente, di Fregellae di Opri, in Isoletta di Arce. Dopo la sconfitta romana ad opera del sannita Ponzio Erennio, alle Forche Caudine, i Sanniti riconquistarono Fregellae dei Volsci. Nel 313 a.C., dopo che i Romani si riebbero dalla severa sconfitta e ripresero il controllo della Valle del Liri, Caio Petelio riconquista per Roma Fregellae dei Volsci, senza nemmeno dover combattere, poiché i Sanniti abbandonarono di notte il presidio. Ormai l’importanza militare passa alla colonia romana di Fregellae, che diventa una grande città, centro di intensa ed estesa attività civile, politica, commerciale, fino alla sua distruzione del 125 a.C. . La Fregellae dei Volsci cessa la sua funzione e la sua importanza. Tornerà ad essere nuovamente “rocca” di primaria importanza nel Medio Evo, tra Svevi e Normanni, Francesi e Spagnoli, Papi e Signori.