Fumone

Comuni

Provincia di Frosinone, abitanti 2.095, superficie Kmq 14,36, altitudine m.783

Abitanti: Fumonesi

Festa patronale:San Sebastiano.

Frazioni e Località:

Comuni limitrofiAlatri, Anagni, Ferentino, Trivigliano.

Distanza da Frosinone Km. 20

Autostrada: A1 Anagni

La Storia

Il piccolo comune di Fumone sorge al centro del territorio ernico, nelle vicinanze delle tre principali città della zona: Anagni, Alatri e Ferentino. Il suo territorio è per lo più montuoso, il centro storico sorge sopra un caratteristico cono visibile da ampi tratti della provincia: da questo luogo il panorama è magnifico e ampio in quanto il colle isolato ha sotto di sé la valle del Sacco e quelle interne della conca di Fiuggi-Alatri.

Deriva il suo nome dalla funzione svolta nel corso del Medioevo: nel caso di invasioni la località in pericolo inviava per mezzo di fuochi o fumate un messaggio di allarme diretto a Roma; Fumone, colle in vista, raccoglieva rapidamente il segnale e lo rinviava alle postazioni più vicine alla Città Eterna. Da questa particolare funzione ha ricavato la sua importanza strategica, il nome e due curiose espressioni: “Quando Fumone fuma/ tutta la Campagna trema” e “Fumone cornuto/ da tutti è veduto”.
Non si sono trovati resti importanti di antiche costruzioni romane o di popoli preitalici. Si ritiene comunque che il territorio fosse attraversato da strade locali di collegamento fra le tre città della zona; qualche muro (le cosiddette “Carceri” sembrano una cisterna di epoca romana) e tracce di una strada confermerebbero l’ipotesi. Fumone compare quindi solo nel Medioevo, quando viene eretto il castello che assolve alla funzione di avvistamento e segnalazione. Marchetti Longhi in una sua opera Io definisce “l’anteguardo” di Roma verso Napoli pur facendo parte del sistema difensivo di Alatri. La fortificazione appartenne direttamente alla Chiesa romana che la concesse prima a un gruppo di condomini, incaricati della custodia e difesa del baluardo e poi, alla metà del Duecento, la recuperò per averne il diretto controllo. Secondo Marchetti Longhi, il castello si difese brillantemente in diversi assedi anche memorabili come quello posto dall’imperatore Enrico VI nel 1186, soccombendo per fame una sola volta nel 1125.

La storia dell’abitato è poco nota poiché le fonti si soffermano soprattutto sul ruolo della rocca e sulla signoria. Qualche data: nel 1313 -14 il paese fu sede, sicuramente provvisoria, dei rettori di Campagna e Marittima; nel 1409 il popolo fumonese si riunì in assemblea per eleggere i propri delegati al parlamento provinciale; nel 1503 il paese fu probabilmente devastato da milizie francesi; durante il XVI secolo Fumone divenne comune e si dotò di un proprio statuto. Seguì le sorti della provincia pontificia di Campagna entrando nel 1870 nello stato unitario. Sul nudo monte roccioso, in gran parte impervio e incolto, sorgono il castello e l’abitato di Fumone. Da questo colle si ha un’ampia vista su gran parte del Lazio meridionale: dalle porte di Roma fino al Liri.

Il paese presenta il caso non frequente di un abitato che conserva ancora quasi del tutto intatte le caratteristiche del castrum medioevale. Ancora è visibile la scansione fra arce e castello popolato. Il paese ha una struttura tutta imperniata sulla fortificazione collocata in mezzo all’insediamento. Dall’arce si diparte una serie di strade e viuzze che scollinano rapidamente formando un disegno abbastanza regolare. A una certa distanza dalla rocca esiste una strada che parrebbe un percorso antemurale poi inglobato dall’espansione dell’abitato. La cinta muraria del castello è rappresentata dalla linea esterna delle case. Si vedono chiaramente ancora diverse torri: in via del Paradiso se ne distinguono una decina.

Nel complesso il paese dà l’impressione di essere ancora in piena età di mezzo. Le porte sono due: l’ingresso antico e il varco odierno di via Umberto I. Porta Romana è l’accesso antico che ancora conserva l’aspetto di una porta fortificata con al disopra una torre. Dentro la cerchia si elevano piccole casette tutte di pietra calcarea. Porte a sesto acuto e a tutto sesto, porte e finestre a mensola, finestre bifore con colonnine e capitelli ricordano un’antica architettura rimasta ancora fiorente anche se soggetta alle diverse trasformazioni del tempo.

Alcuni resti di edifici situati fuori dell’abitato sono ritenuti ruderi di fortificazioni. Uno di questi, chiamato “Fumone vecchio”, sembrerebbe un antico abitato distrutto da un incendio o durante una battaglia.

La popolazione è sparsa nelle diverse frazioni: nella contrada Pozzi è stata costruita la Chiesa di San Celestino; nella contrada Rocca, ai piedi del colle di Fumone, si nota un recente sviluppo con un forte incremento di servizi.

La Chiesa di Santa Maria Assunta è la principale di Fumone; essa, pur avendo origini medioevali, appare nella forma acquisita nel Settecento, quando fu restaurata, e affiancata da un poderoso campanile. Vi si conservano un dipinto raffigurante l’Annunciazione del Buttaraggi, una statua argentea barocca rappresentante San Sebastiano, attribuita all’orafo romano Rusconi, una croce astile che sarebbe stata donata da Celestino V, ed un fonte battesimale forse appartenente alla chiesa medioevale.

La Chiesa di San Gaugerico è piccola ed è stata trasformata nel corso dei secoli. È interessante per la sua origine: è stata fondata nel Trecento da un sacerdote di Fumone, diventato canonico in terra di Francia. Il sacerdote le dette il nome di un poco conosciuto santo francese.

Fuori dell’abitato, verso il termine della strada proveniente da Ferentino, si eleva la piccola Chiesa della Madonna delle Grazie in cui si conserva un affresco trecentesco di arte gotica. Sono però spariti gli affreschi della piccola cappella denominata Madonna dell’Arringo.

Una manifestazione folcloristica, che si è mantenuta viva nei secoli, è collegata alla festa religiosa di San Sebastiano. In occasione della festa il comune invia alla persona, scelta per sorteggio quale organizzatore della festa, un grande ramo di olivo a simboleggiare la pace. Il “festarolo”, così è denominato l’incaricato, deve occuparsi di far preparare ciambelle e una minestra (le sagne) che verranno distribuite durante le festività in momenti particolari: oggi le ciambelle vengono lanciate alla folla dal balcone del comune. Lo stesso personaggio accompagna la processione fornito di un bastone che lo contraddistingue perché sormontato da una statuetta raffigurante San Sebastiano, assieme alle sue offerte di cera al santo. C’è poi una ritualità complessa negli scambi di doni e nell’avvicendamento tra festarolo subentrante e il suo predecessore. La popolazione, dopo momenti di declino a causa della scomparsa dell’economia tradizionale, lavora ora soprattutto nelle fabbriche frusinati. Molti hanno intrapreso attività autonome. La gran parte degli abitanti vive in frazioni sparse nel territorio comunale per cui il paese è praticamente spopolato d’inverno: aumenta la sua popolazione d’estate per il ritorno di molti fumonesi che abitano in altri luoghi e per brevi soggiorni di quelli che hanno acquistato una seconda casa nel paesetto ernico.