Falvaterra
Provincia di Frosinone, abitanti 570, superficie Kmq 12,77, altitudine m.279
Abitanti: Falvaterrani
Festa patronale: San Sosio
Frazioni e Località: –
Comuni limitrofi: Arce, Castro dei Volsci, Ceprano, Pastena, San Giovanni Incarico.
Distanza da Frosinone Km. 28
Autostrada: A1 Ceprano
La Storia
Il comune di Falvaterra si trova nell’area centro-meridionale della provincia di Frosinone; il paese è stato costruito sopra uno sperone che domina la sottostante vallata ove confluiscono i fiumi Liri e Sacco. Deriva il nome dall’antica città romana di Fabrateria, già costruita nel luogo di confluenza fluviale, più esattamente in contrada Civita di San Giovanni In carico.
Secondo quanto congetturato da diversi storici locali, Falvaterra sorse a seguito della distruzione di Fabrateria nel Medioevo. La popolazione si rifugiò sulle colline prospicienti dando vita ad una serie di villaggi: Falvaterra fu uno di questi. L’esistenza del paese è documentata solo dopo l’anno Mille quando il borgo fu soggetto ai de Ceccano; nel 1128 fu conquistato dal papato diventando il limite meridionale del Lazio pontificio. Da allora Falvaterra è sempre stata zona di confine, almeno fino alla caduta del potere temporale nel 1870.
Nel corso del Medioevo venne gestita da un gruppo di consortes, svolgendo probabilmente la funzione di colonia militare. Ne è testimonianza la gran cura avuta per la custodia e l’efficienza delle fortificazioni. Oltre alla Chiesa di Santa Maria, vi si trovava la Chiesa di San Nicola, donata ai celestini di Sora. La rocca fu molte volte assediata e conquistata. Nel 1303 cadde nelle mani dei Caetani e nel secolo successivo in quelle dei Colonna, rimanendo sotto la loro signoria fino al 1816, anno dell’abolizione dei diritti feudali. Nel periodo risorgimentale e postunitario Falvaterra fu coinvolta nelle vicende del brigantaggio. Durante la seconda guerra mondiale ospitò molti sfollati del cassinate e della zona circostante, fra cui lo stesso municipio di Ceprano. Proprio quest’ultima cittadina attinge l’acqua per il suo impianto idrico dalle sorgenti situate nel territorio di Falvaterra.
Il paese ha mantenuto nel tempo modeste dimensioni: la popolazione è oscillata dai 315 dei primi decenni del Seicento fino ai 1500 del 1871 per ridiscendere ai 500 dei giorni nostri.
Il nucleo originario si raccoglieva sulla parte più alta del colle, ristretto entro una cerchia muraria di cui oggi rimangono pochi resti: qualche muro a scapoli regolari, archetti nelle pareti di case più vecchie, un pezzo di torretta semicircolare, un arco a tutto sesto. Il paese, di fatto, gravita ancora attorno ad una piccola piazza, alla Chiesa di Santa Maria e lungo la strada provinciale che l’attraversa. Le nuove costruzioni stanno espandendo il centro verso Pastena.
Un edificio notevole è la Parrocchiale di Santa Maria. Di origine medioevale, documentata già nel Trecento, è stata trasformata nel Settecento.
Fuori dell’abitato, lungo la strada che scollina c’è il grande Convento di San Sosio, trasformato con l’attigua chiesa nel corso del Settecento e dell’Ottocento. La chiesa, ad una sola navata, con cappelle laterali, presenta una decorazione barocca. Attualmente tutto il complesso è utilizzato, oltre che per funzioni religiose, anche come centro di riunioni e convegni. La popolazione tende a scendere a valle per trovare lavoro nelle aree industriali di Ceprano, Frosinone e Cassino; per questo motivo Falvaterra mantiene le dimensioni dei secoli passati e forse il fascino di una vita tranquilla che non si trova più altrove.