Villafelice
Villafelice
nel passato si chiamò Case, Villa, Casale. Ancor oggi è frequente l’uso del toponimo “Le Case”. Si formò nel Medioevo, forse su preesistente “vifia” di epoca romana. Nel 702 faceva parte del Gastaldato del Gisulfo di Benevento.
In antichi testi storici si ha notizia di una distruzione e incendio di Villafelice nel 1229. Nella persistente lotta tra Impero e Papato, Gregorio IX inviò Pandolfo Savelli di Anagni contro Federico II, invadendo il Regno in Terra di Lavoro. Dopo aver espugnato Pontesolarato (l’attuale Isoletta), San Giovanni Incarico e Pastena, l’esercito dei Chiavisignati (i soldati papalini erano “signati” con le chiavi di San Pietro) si accanì lungamente ma invano contro la potente fortezza del castello di Rocca d’Arce.
Costretti a togliere l’assedio, i Chiavisignati, ritirandosi verso il loro quartier generale, a Ceprano, per sfogare la propria ira e per nascondere lo scacco subito, incendiarono quel “Casale di Arce” da identificare con Villafelice. Le Case ripresero vita verosimilmente verso la fine del 1200. Nel 1443 appartenevano ai Cantelmo, duchi di Sora. Nel 1453 Villafelice si ritrovava contesa tra Roccasecca ed Arce. In un primo momento Roccasecca ottenne da Alfonso I D’Aragona il possesso del territorio fino a Rio Provitolo. Nel 1475 Villafelice apparteneva ai Della Rovere. Nel 1503, dopo che agli Spagnoli subentrarono i Francesi nel governo del Regno, Villafelice era in possesso di Arce. Nel 1580 passò ai Boncompagni.
La storia successiva delle Case, ossia di Villafelice, si svolge nell’ambito delle vicende di Arce e Rocca d’Arce, fino all’unione con Coldragone, per formare comune a sé.