Broccostella

Comuni

Provincia di Frosinone, abitanti 2255, superficie Kmq 11,94, altitudine m.293
Fino al 1954 Brocco

Abitanti: Broccostellani o Brocchesi
Festa patronale: San Michele
Frazioni e località: Brocco Alto, Madonna della Stella, San Martino, Schito.
Comuni limitrofi: Arpino, Campoli Appennino, Fontechiari, Posta Fibreno, Sora
Distanza da Frosinone Km. 31
Autostrada: A1 Ceprano

Note Storiche

Situato a breve distanza da Sora, il comune di Broccostella si caratterizza per essere costituito da due abitati: il vecchio, posto sul colle omonimo alto 527 metri, ed il nuovo, che sorge lungo la strada “Sferracavalli” Sora-Cassino. Il territorio si estende nella piana di Sora fino al la popolosa frazione di Carnello (appartenente a più comuni), lungo il fiume Fibreno.

Il nome antico era Brocco. Dopo l’unità d’Italia gli si unì l’altra denominazione Stella (dal nome della sede municipale Madonna della Stella posta sulla “Sferracavalli”). Il vecchio nome del borgo deriva dal toponimo del colle, sul quale erano eretti il castello e la chiesa principale; di questa denominazione non si ha giustificazione alcuna, ma già nel Trecento il nome latino era Broctus.

Se le origini del popolamento del territorio in pianura potrebbero essere fatte risalire all’età romana, come dimostrano reperti trovati lungo la strada Sferracavalli nelle vicinanze di Madonna della Stella, in realtà la costruzione del castello sul colle avvenne soltanto nel Medioevo.

Nel 1017 il castrum non esisteva ancora, in quanto, in un diploma relativo al vicino Vicalvi, si parla solo di un colle di Brocco. Nello stesso documento si accenna ad una Chiesa di San Vito, nome di una località del territorio brocchese, e ciò fa presumere che la popolazione a quei tempi fosse ancora sparsa nel territorio. La costruzione del paese sul colle avvenne sicuramente prima del 1137, come risulta dalla data di un diploma dell’imperatore Lotario in favore dell’Abbazia di Montecassino (anche se Broccostella non appartenne mai al cenobio cassinese).

Nel 1167 Broccostella venne assegnato a Simone di Sorella da Guglielmo Il, re di Sicilia. Ai tempi di Innocenzo III, Broccostella fu oggetto di un colpo di mano di Tommaso d’Aquino, capo del partito antipapale e filo imperiale. Nel 1230 fu devastato dalle milizie imperiali di Federico Il, assieme a Sora, Isola del Liri e Pescosolido. L’episodio ci fa intendere che Brocco fosse un castello, armato e difeso, entrato nell’orbita di Sora tanto da appartenere alla contea omonima. Broccostella rimase legato a Sora per tutto il Medioevo, fino alla caduta delle signorie di origine feudale; successivamente venne acquistato dai vari signori che dominarono la città. Lo troviamo infatti elencato nei diversi passaggi di signoria. In occasione di uno di questi, la vendita a favore dei Boncompagni del 1579, un anonimo lo descrive brevemente: “et è Castelletto murato in cima d’un bellissimo colle: fa veramente circa 75 fuochi [ famiglie], ma non è troppo honorevole di fabbrica nè di civiltà… Ha nel suo piano una bellissima pesca di trotte [trote] e di carpioni nel fiume Fibreno…”. Questo fiume, proprio nel territorio brocchese, si divideva in sette rami e sfociava nel Liri. Lungo il fiume, oltre alla pesca, erano sorte altre attività economiche, come le gualchiere per la follatura dei pannilana, scomparse all’inizio dell’Ottocento. Un brocchese fu fra gli evasi che sbarcarono a Sapri con Pisacane, mentre altri seguirono il brigante sorano Chiavone. Dopo l’unità, l’emigrazione si diresse verso l’estero: il numero degli emigranti fu alto e continuò anche nel secondo dopoguerra. Solo con lo sviluppo dell’industrializzazione nel sorano la tendenza si invertì.

Sull’alto del colle, da cui si ammira un ampio panorama sulla valle sorana, c’è la Chiesa di San Michele Arcangelo, in disparte dal centro storico, che ha subito danni per un recente terremoto. Di fronte alla chiesa si elevano i resti del Castello, con una torre diroccata del XV secolo. Il borgo è piccolissimo e viene attraversato da un’unica stradina acciottolata; c’è qualche bella e antica casa abbandonata e una torre che è stata riutilizzata come abitazione.

Per salire sul colle si percorre una via stretta e tortuosa, molto suggestiva, che, in alcuni punti, offre un bel panorama. Abbandonato il vecchio centro storico, nel quale sono rimaste un pugno di case abitabili, il nuovo insediamento si è esteso in pianura, lungo la Sferracavalli, una sorta di prolungamento di Sora.

Il territorio del comune, pur essendo poco esteso, è fertilissimo, e gli abitanti vendono, come facevano un tempo, nei paesi vicini la sovrabbondante produzione. Prodotti della già fiorente industria di terracotta oggi si conservano nel Museo nazionale delle arti e tradizioni popolari di Roma.