Belmonte Castello

Comuni

Provincia di Frosinone, abitanti 784, superficie Kmq 14,25, altitudine m.901

Abitanti: Belmontesi
Festa patronale: San Nicola
Frazioni e località: –
Comuni limitrofi: Atina, Sant’ Elia Fiumerapido, Terelle, Villa Latina
Distanza da Frosinone Km. 57
Autostrada: A1 Cassino

 

NOTE STORICHE

Belmonte Castello è situato al centro di una valle tortuosa e stretta che collega la valle di Comino con il cassinate; il centro storico è arroccato sulla sommità di un rilievo ai cui pendii si sta sviluppando un nuovo centro abitato, mentre frazioni e case sparse si trovano per tutto il territorio.

Il nome ha origine dal latino bellus mons a cui nel 1862 fu aggiunto il termine Castello.

Non si hanno notizie di antichi insediamenti locali, anche se sono state ritrovate due iscrizioni latine; probabilmente il territorio di Belmonte nell’antichità fu popolato, ma non ci sono rimaste tracce rilevanti. La storia del piccolo centro comincia solo intorno al Mille.
Sappiamo che il territorio nel 990 apparteneva al ducato di Capua per passare poi ai d’Aquino signori di Atina. Nel 1350 passò ai Cantelmo e nel 1464 ai Carafa; nel 1496 ai Borgia, e poi ai Navarro, ai Cardona, ai Laudato ed ai Gallio. Alla fine del Settecento passò al demanio regio e nel 1806 con le leggi sulla feudalità venne definitivamente liberato dai gravami feudali. Nel Medioevo c’era la Chiesa di San Benedetto de Chio (o Clia), i cui resti esistono ancora nella località San Venditto, cenobio benedettino cassinese strettamente legato all’altra istituzione monastica di San Nicandro in Atina. Di San Benedetto si ha notizia fino al Quattrocento. La più antica chiesa sembra essere quella di San Nicola, oggi nel cimitero comunale. Si tratta di un edificio molto semplice, che denota la sua funzione di chiesa rurale plebana: è sorta probabilmente nel XII secolo ed è affrescata con pitture attribuite al XIV secolo. Nel 1449 venne consacrata la Chiesa di Santa Maria, quale cappella annessa alla Chiesa di San Nicola, poi diventata parrocchiale: le forme quattrocentesche sono state mutate nel corso dei secoli ed è stato costituito nel Settecento il campanile esterno. Attualmente l’edificio ha una struttura a tre navate.

Belmonte è sempre stato un piccolo paese ed una solida fortificazione, legato al la valle di Comino ed in particolare ad Atina. Ancora oggi è possibile riconoscere la cinta muraria, con le sue tre porte principali e il luogo ove sorgeva il castello, distrutto durante l’ultima guerra. E ancora in sito l’alta torre.

Belmonte non è mai stato comune autonomo; fino al 1819 era considerato un casale di Atina. In seguito passò alle dipendenze di Terelle: solo nel 1851 gli fu riconosciuta l’autonomia comunale.

Il paese fu più volte devastato dai terremoti e semidistrutto nella seconda guerra mondiale, forse l’avvenimento storico più importante di Belmonte. Fortificato dai tedeschi con campi minati lungo la strada Sferracavallo, che menava ad Atina-Alvito-Sora, e, per mezzo di deviazioni poteva condurre in Abruzzo, alle spalle dell’armata tedesca, Belmonte faceva parte del sistema difensivo del cassinate. La gente era terrorizzata dai metodi brutali degli occupanti e dai ripetuti bombarda menti alleati: le perdite fra la popolazione civile furono altissime.

Nel dopoguerra il paese fu ricostruito, ma la popolazione scese rapidamente, emigrando soprattutto all’estero. Attualmente il livello demografico si è assestato perchè molti belmontesi lavorano nell’area industriale cassinate.

Il territorio offre ampi panorami sul cassinate e sulla valle di Comino; qui sono presenti fenomeni carsici che hanno dato vita a due voragini, nate da crolli sotterranei. In località Capodivalle c’è un cratere profondo circa 130 metri e con un diametro di 60; in contrada Vaccareccia la dolina è profonda circa 110 metri ed ha un diametro di 120. Si avverte lo scorrere di acque e dal fondo provengono correnti di aria fredda. Belmonte Castello era uno dei paesi da cui proveniva una buona parte dei suonatori di zampogna e di piffero che dalla fine di novembre fino al 25 dicembre si recavano a suonare in diverse località del Lazio, fino a Roma.