Personaggi storici

Arpino

PERSONAGGI STORICI

Caio Mario, nato a Ceratae (nell’agro arpinate) nel 156 a.C., da famiglia di ordine equestre, militò durante l’assedio di Numanzia, sotto il comando di Scipione Emiliano, che riconobbe le sue doti di ufficiale. Tornato a Roma, nel 119 a.C. conseguì la carica di tribuno della plebe, promuovendo leggi che gli procurarono l’ostilità dei nobili. Fu in seguito “legato” nell’esercito di Cecilio Metello, nella guerra contro Giugurta. Divenuto console nel 107 a.C., con l’appoggio dei cavalieri e dei popolari, ma con l’aperta avversione della nobiltà, portò a termine la guerra contro Giugurta, dopo aver introdotto importanti riforme nell’esercito romano, ricorrendo all’arruola mento volontario e stipendiato dei proletari italici. Fu poi rieletto console per ben cinque volte consecutive (dal 104 al 101 a.C.) e in questo penodo, modificata l’organizzazione tattica della legione romana, affrontò i bellicosi e pericolosi Cimbri e Teutoni, che sconfisse nelle battaglie di Aquae Sextiae e dei Campi Raudi, dimostrando le sue grandi qualità di comandante e meritandosi, oltre al trionfo, gli appellativi di “salvatore della patria” e di “terzo fondatore di Roma”. Eletto console per la sesta volta, fu coinvolto sempre più nelle lotte fra ottimati e popolari. Quando il comando della guerra contro Mitridate fu assegnato a Silla anziché a lui, egli dette inizio ad un periodo di inconciliabile ostilità nei riguardi del suo rivale. Dovette allora fuggire in Africa, ma poté rientrare nell’87 con Cinna in Italia, dove fece strage dei suoi nemici. Fu rieletto ancora console nell’86 a.C., pochi giorni prima della sua morte.

Marco Tullio Cicerone, nato ad Arpino da agiata famiglia equestre, seguì da giovane studi di eloquenza, filologia e diritto sia a Roma che in Grecia. Iniziò la sua attività forense nell’81 a.C. (orazione in difesa di Sesto Roscio Amerino). Dopo aver sposato la nobile e ricca Terenzia, nel 75 a.C. fu questore in Sicilia; nel 69 a.C., con le famose “Verrine” difese i Siciliani contro il propretore Verre, che era accusato di gravi irregolarità amministrative. Nel 63 a.C. Cicerone, eletto console, intervenne decisamente per sventare la congiura di Catilina, che egli fece condannare a morte. In seguito, fu messa in discussione la legalità della sua azione nei riguardi dei congiurati e per questo motivo, nel 58 a.C., Cicerone fu esiliato e i suoi beni confiscati. Completamente riabilitato nell’anno successivo, fu proconsole in Cilicia. Durante le lotte fra Cesare e Pompeo, Cicerone parteggiò per quest’ultimo. Dopo le ripetute vittorie di Cesare, Cicerone si ritirò dalla vita pubblica, dedicandosi ai suoi studi preferiti. Morto Cesare (nel 44 a.C.), egli prese posizione contro Antonio, contro il quale scrisse diverse infuocate orazioni: “Le Filippiche”. Quando Ottaviano ed Antonio si accordarono tra loro, Cicerone fu incluso nelle liste di proscrizione e poi fu ucciso, per ordine di Antonio, presso Formia, nel 43 a.C. Cicerone, aldilà della sua attività politica, ha lasciato una fondamentale impronta in campo culturale, con numerose opere, che riguardano l’oratoria, la filosofia, il diritto, la politica, ecc. Fra le altre citiamo: De Oratore, Brutus, Orator, Le Tuscolane, Catone o della vecchiaia, Lelio o del l’amicizia, I doveri, La Repubblica, Le leggi, le Lettere, ecc.

Quinto Tullio Cicerone (I sec. a.C.), fratello dell’oratore, fu pretore e legato di Cesare in Gallia; fu ucciso dai sicari di Antonio nel 43 a.C. – Marco Tullio Cicerone (65 – 27 a.C.), pompeiano, figlio dell’oratore; fu edile, console e proconsole in Asia.

Marco Gratidio, prefetto in Cilicia, cugino di Cicerone; M. Mario Gratidiano, figlio del precedente, pretore in Roma; Marco Gratidio, figlio del precedente, questore in Asia.

Cicerone Cossa: militò nell’esercito di Carlo V, partecipando come capitano al Sacco di Roma; morì durante l’impresa di Tunisia (1535).

Eliseo De Theodinis, nato ad Arpino, vescovo di Sora da 1534 al 1561. Fu luogotenente della città di Spoleto e governatore del patrimonio della Chiesa (1534).

Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino, nacque nel 68. Fu uno dei più notevoli pittori del tardo Cinquecento e della prima metà del secolo XVII. Dal 1582 si trasferì a Roma, dove fu largamente influenzato dal manierismo di Taddeo Zuccari. Dopo pochi anni (1586) fu ammesso nella Congregazione dei Virtuosi del Pantheon e si affermò presto come artista in grado di comprendere le tendenze culturali e ideologiche dei suoi tempi. Si moltiplicavano intanto per lui le commissioni di alto livello in tutta Italia. Lavorò, fra l’altro, nella Cappella Aldobrandini di Santa Maria in Via, nella Sala dei Conservatori in Campidoglio, in San Giovanni in Laterano. Giunto al vertice della sua fama, dipinse per l’imperatore Rodolfo Il, per Enrico IV di Francia, per Luigi XIII, per la Corte di Spagna. Ebbe inoltre l’incarico della decorazione della Cupola di San Pietro. Quando divenne pontefice Paolo V, cambiò provvisoriamente la sua fortuna ed egli fu allora imprigionato e subì la confisca dei suoi beni. Riacquistata presto la libertà, attese alle attività consuete fino alla morte, avvenuta nel 1640. La sua tomba si trova in San Giovanni Laterano.

Bernardino Clavelli, monaco benedettino della “Congregazione cassinese” e studioso dotato di vasta cultura storico-letteraria, nel 1623 pubblicò un’apprezzata opera, L’antica Arpino, dedicata al Cardinale Francesco Boncompagni, legato di Perugia.

Mario Venditti, filosofo e teologo, fu vescovo di Polignano. Morì nel 1737.

Candidoro Battiloro (1680 – 1725) fu creato Marchese del Sacro Romano Impero dall’Imperatore Giuseppe I. Michele Domenico Battiloro (1712 -1765) fu nominato Capitano onorario di Cavalleria da Carlo III di Borbone. Paolo Battiloro (1710 – ?) fu Capitano della Legione Tullia, sotto il comando di Championnet. Tommaso Battiloro (1710 – ?) fu Arcivescovo titolare di Claudianopoli, Nunzio Apostolico e Giudice del Tribunale Ecclesiastico. Antonio Battiloro fu uno dei più notevoli mercanti di lana di Arpino; neI 1715 riuscì a togliere le valche di Carnello ai concorrenti Morelli.

Francesco e Filippo Quadrini furono nella prima metà del sec. XVIII due fra i più importanti imprenditori lanieri arpinati.

Domenico Gizzi (1680 – 1745), nato ad Arpino, fu compositore e maestro di canto nel Conservatorio di S. Onofrio a Napoli.

Gioacchino Conti, detto il Gizziello, nacque ad Arpino neI 1714. Fu un grande cantante nell’Europa settecentesca. Egli studiò da bambino a Napoli, nel Conservatorio di S. Onofrio (a Capua), come allievo di Domenico Gizzi. Nel 1730 debuttò a Roma nel Teatro delle Dame. Da allora ottenne lusinghieri e continui successi, prima a Roma e Napoli, poi in altre città italiane e straniere. In particolare, a Londra fu ingaggiato da G.E Haendel, uno dei maggiori musicisti del secolo. Morì a Roma nel 1761.

Angela Sperduti (1728 – 1760), dotata artista lirica. Fu discepola di Domenico Gizzi.

Bartolomeo Coccoli, apprezzato giurista e conoscitore di lettere latine. Nel 1750 fu designato vescovo di Montpellier.

Antonio Marsella (1751 – 1835), letterato e studioso, insegnò nell’Università Gregoriana.

Onorio Di Vito (sec. XVIII) fu celebre violinista nel Teatro San Carlo di Napoli.

Giuseppe Polsinelli, nato ad Arpino nel 1785. Di idee liberali, fece parte della Carboneria, partecipando ai moti risorgimentali del 1820 e 1848 e alle vicende del 1860. Dopo essere stato Presidente del Consiglio Provinciale di Terra di Lavoro, fu deputato al Parlamento italiano dal 1861, mentre nel 1876 fu eletto senatore. Fu imprenditore nel settore dell’industria laniera. Morì nel 1880.

Carlo Conti, nato ad Arpino nel 1796, studiò a Napoli, essendo allievo di Niccolò Zingarelli, e divenne uno dei più apprezzati musicisti della sua epoca. Stimato da Mercadante, fu maestro di Bellini e amico di Rossini. Fece parte dal 1840 dell’Accademia di belle Arti di Napoli, di cui fu successivamente presidente. Dal 1854 gli fu assegnata la cattedra di Composizione e Contrappunto, di cui in precedenza era stato titolare Donizetti.

Pietro Cossa nacque ad Arpino nel 1830. Fu autore di apprezzate tragedie, drammaturgo di ispirazione storica e con tendenze veristiche. Morì nel 1881.

Ludovico Sangermano (1851 – 1924) fu intagliatore e decoratore; si conservano alcune sue opere in un museo di Londra e ad Arpino.

Alessandro Magliari, nato ad Arpino nel 1862, insigne studioso, fu il fondatore del primo periodico di studi storici del Lazio sud orientale: il Bollettino Storico Volsco (cfr. bibliografia). Morì nel 1903.

Lorenzo Cossa fu imprenditore di opifici per filatura in Arpino (1884) e ad Isola del Liri (1885).

Luigi Ippoliti nacque ad Arpino nel 1875; sacerdote, fu accurato studioso locale (per le sue pubblicazioni cfr. bibliografia). Morì nel 1950.

Domenico Mastroianni, nacque ad Arpino nel 1876. Scultore, ha operato sia in Italia che all’estero (Parigi, Berlino, Vienna). Aprì a Roma uno studio in Via Margutta, dove si formò artisticamente il nipote Umberto. Morì nel 1962.

Angelo Incagnoli, economista e letterato, fu deputato del Collegio di Sora nella XII, XIV e XV Legislatura.