Acuto
Provincia di Frosinone, abitanti 1.848, superficie Kmq 13,40, altitudine m.724
Abitanti: Acutini
Festa patronale: San Maurizio
Comuni limitrofi: Anagni, Ferentino, Fiuggi, Piglio
Distanza da Frosinone Km. 37
Autostrada: A1 Anagni
La storia
Acuto sorge sopra una collina appartenente ai monti Ernici alta circa 700 metri e deriva il nome proprio dalla forma dell’altura. Dal paese si ammira il vasto e piacevole panorama della valle del Sacco chiusa ad occidente dai monti Lepini. L’abitato è suddiviso in due parti: il centro storico ed un nucleo di più recente costruzione nelle vicinanze di un vasto bosco. Per giungere ad Acuto si può per correre la via Prenestina, che in alcuni punti, verso Fiuggi, attraversa folti boschi di castagno. Secondo una leggenda, la fondazione dell’abitato è dovuta agli anagnini sfuggiti alle schiere di Genserico: ritrovamenti archeologici hanno provato che il luogo è stato abitato anche in epoche anteriori.
Le notizie più antiche risalgono al Medioevo e mostrano il castello di Acuto strettamente collegato con Anagni, mentre il nome della località compare nei documenti sublacensi nell’anno 1051, per il possesso benedettino di due chiese rurali. Il borgo dipese dalla città di Anagni fino al XII secolo quando venne ceduto al vescovo diocesano, il quale, a sua volta, concesse il castrum in enfiteusi a signori locali fra cui i Caetani ed i Conti.
Sul piano demografico il paese ebbe probabilmente un incremento con la scomparsa del vicino castrum Vici Moricini, entrato in crisi nel periodo dell’abbandono dei villaggi, la cui popolazione può essersi concentrata soprattutto in Acuto. Il rapporto con Anagni fu sempre molto sofferto poiché avvennero liti secolari fra le due comunità per i confini, per la spartizione delle risorse e soprattutto per l’uso del pingue territorio anagnino da parte di emigranti stagionali acutini. In qual che caso sembra che il comune di Anagni considerasse sottoposto il piccolo castello limitrofo, come nel 1478, quando, concedendo agli acutini il diritto di erbatico, li obbligò a servirsi dei mulini anagnini. Nel 1556, durante la guerra di Campagna, la cittadina venne occupata dagli spagnoli ma ben presto tornò a seguire le sorti delle terre soggette allo stato pontificio fino a quando, neI 1870, entrò a far parte del regno d’Italia.
Il Centro Storico
L’antico centro storico, posto in cima al monte, è all’interno di un circuito murario che doveva essere costituito da case fortificate, come è possibile ipotizzare dalla presenza di torri circolari attualmente inglobate negli edifici.
La Chiesa della Maddalena, sorta nel secolo XI e decaduta intorno al 1460, è posta nella contrada rurale omonima e conserva ancora parte dell’antico recinto destinato all’accoglienza ed assistenza dei lebbrosi. L’architettura è molto semplice: si tratta di un edificio a capanna di stile romanico. La Chiesa di Santa Maria Assunta è la principale del paese. Si presenta imponente per la mole dell’intero edificio e per l’abside, che è la riutilizzazione di una delle torri appartenenti alla cinta muraria. L’attuale costruzione è il prodotto di successivi interventi che, iniziati nel XIV secolo, vengono segnalati fino all’Ottocento, quando la chiesa riceve la sistemazione definitiva. Nell’interno si conservano dipinti del Settecento e dell’Ottocento ed un’interessante decorazione a stucco.
Nel 1193 si menziona una Chiesa di San Pietro in Vineis che viene fatta coincidere con l’attuale omonima chiesa posta nell’estrema parte occidentale del paese. L’edificio è il prodotto di diverse trasformazioni e rimaneggiamenti, l’ultimo dei quali riguarda il campanile ricostruito al l’inizio del Novecento, riprendendo liberamente stilemi architettonici romanici. Dentro la chiesa si conservano pitture di madonne e santi risalenti ai secoli XIII – XVI. Alcune di queste opere ricordano lo stile degli affreschi della cattedrale di Anagni, altre quello dell’artista che ha lavorato nella chiesa acutina di San Sebastiano e San Rocco. La Chiesetta di San Sebastiano e San Rocco era posta fuori dell’abitato ma oggi è praticamente al centro del nuovo insediamento. Originariamente dedicata al santo martire, la chiesa è stata poi dedicata anche al santo protettore della peste: San Rocco di Montpellier. Al suo interno sono conservati affreschi databili fra il 1528 ed il 1550. Qui era custodita una statua lignea, la cosiddetta Madonna d’Acuto venerata nel paese sotto il nome di Madonna delle Rose, oggi a Palazzo Venezia a Roma. La sua origine è misteriosa: chi la vuole un ex voto, chi un dono di Bonifacio VIII. Si tratta di una statua lignea raffigurante la Madonna seduta con in grembo Gesù Bambino il quale benedice e regge con la mano un libro. La Vergine ha sul petto un reliquiario e si presenta riccamente coperta di gemme e ori. I ricchi ornamenti hanno fatto pensare a un’opera dell’oreficeria franco-benedettina; tuttavia è simile a diverse statue di madonne sedenti, dei secoli XII e XIII, provenienti da altre località del Lazio.
Acuto è un paese essenzialmente montano, la sua economia non ha grandi risorse e questo, almeno fino a pochi decenni fa, ha determinato una massiccia emigrazione. In tempi recenti, però, nella piana di Anagni si è avviato un processo di industrializzazione che, creando nuovi posti di lavoro, ha permesso agli acutini di trasformarsi in pendolari e di non lascia re forzatamente il proprio paese.