Chiese e Monumenti
Le Chiese e i Monumenti
Fra i monumenti degni di rilievo è in piazza Madonna della Neve la fontana voluta da Livio de Carolis alla metà del Settecento. Commerciante arricchito, de Carolis apparteneva a quella famiglia che costruì diversi palazzi a Roma su progetto di Alessandro Specchi in via del Corso. Donò alla città frusinate un acquedotto che portava l’acqua corrente in una delle contrade delle campagne circostanti. La fontana, posta allo sbocco dell’acquedotto, è di ottimo disegno. La fonte presenta un bacino quadrilobato sopra la quale è posta la tazza centrale ai cui lati sono erette due colonne.
Moderna è un’altra fonte, tornata da qualche anno al suo posto, dopo essere stata per alcuni decenni nei magazzini comunali.
Si tratta di una grande vasca in pietra, opera di scalpellini locali. Oggi è stata collocata davanti alla Porta Campagiorni, nelle vicinanze del posto ove sorgeva nell’anteguerra.
La città è dominata dal Palazzo della prefettura, una moderna costruzione eretta sul luogo dove sorgeva l’antico Palazzo pontificio distrutto durante l’ultima guerra. La facciata richiama con un loggione, sorretto da sei colonne doriche, la precedente costruzione; nel salone di rappresentanza ci sono pannelli dipinti da Domenico Purificato.
Monumenti recenti sono in piazza della Libertà: uno dedicato a Nicola Ricciotti e ai martiri ciociari è opera dello scultore Ernesto Biondi, l’altro, di Umberto Mastroianni, è in memoria dei caduti di tutte le guerre.
La Chiesa di Santa Maria Assunta è di ventata da pochi anni la cattedrale della diocesi frusinate; di origine medioevale è stata restaurata nel Settecento a somiglianza di Sant’Andrea della Valle di Roma. Dopo le distruzioni belliche è stata ricostruita secondo le linee assunte nel XVIII secolo. Nel dopoguerra, perduto il patrimonio artistico a causa degli eventi bellici, il parroco ha commissionato un importante ciclo di pittura contemporanea a vari artisti come Ceracchini, Colacicchi, Montanarini, Purificato, Fantuzzi, e altri che hanno realizzato dieci pale d’altare. L’unico dipinto del Seicento, sopravvissuto alle distruzioni, è il quadro del pittore bolognese Sementi, rappresentante la Madonna con Sant’Anna, San Giovannino e angeli. L’adiacente campanile è stato ricostruito secondo le linee romaniche. Solo il basamento è originale: si presenta imponente e a tre ordini di finestre bifore; oggi è considerato il simbolo della città.
La Chiesa di San Benedetto sorge nella piazza della Libertà, davanti alla prefettura. Di antiche origini, appartenuta ai benedettini, è stata ricostruita fra il 1750 e il 1797 in forme tardobarocche con un tiburio ottagonale e una facciata a due ordini sovrapposti. Conserva un interessante patrimonio artistico fra cui un quadro, ritenuto miracoloso dalla devozione popolare, attribuito, ma senza fondamento alcuno, a Giulio Romano o, addirittura, a Raffaello. Alcuni dipinti del Settecento e dell’Ottocento rappresentano la Madonna e santi.
Un altro edificio religioso ricostruito secondo le linee ottocentesche, dopo le distruzioni belliche, è la Chiesa di Santa Lucia. Oggi è sul corso della Repubblica, mentre fino al 1840 sorgeva nei pressi della rocca, esattamente ove oggi si trova la Banca d’Italia: la facciata è neoclassica e l’interno a pianta circolare. Molto frequentato è il Santuario della Madonna della Neve, che sorge ai margini settentrionali della città. Costruito come cappella rurale nel Seicento, nel luogo di un evento miracoloso, ha ospitato una comunità di religiosi ed è stato il punto di convergenza delle popolazioni contadine in occasione della festa di Santa Maria Assunta e della grande fiera d’agosto. Nella chiesa un affresco ciquecentesco ricorda la Madonna della Neve, ai cui lati sono rappresentati i santi frusinati Ormisda e Silverio. Una pala rappresenta la Madonna della Cintura ed è stata dipinta dal napoletano Filippo Balbi.
La Chiesa di San Liberatore è sicuramente fra le più amate dai frusinati; si tratta di una cappella rurale ove si conserva un affresco del 1562 raffigurante una Madonna col Bambinello, alla cui destra è il santo venerato dalla chiesa e alla sinistra Sant’Antonio da Padova. La chiesa è sempre stata molto piccola, anche se nel corso dei secoli sono stati aggiunti altri ambienti. Nel 1977 l’edificio è stato ulteriormente ampliato e restaurato.