Arnara
Provincia di Frosinone, abitanti 2537, superficie Kmq 12,33, altitudine m.265
Abitanti: Arnaresi
Festa patronale: San Sebastiano
Frazioni e località: Le Sterpare
Comuni limitrofi: Ceccano, Frosinone, Pofi, Ripi, Torrice
Distanza da Frosinone Km. 10
Autostrada: A1 Frosinone
Note Storiche
Il paese di Amara è posto al centro della Ciociaria, poco oltre Frosinone. Il nucleo storico si eleva in una zona dove le colline, appartenenti ai rilievi ernici, degradano verso il fiume Sacco.
Il nome del paese è legato, a quanto sembra, alla natura geologica del sito, composto di tufo e di arenarie.
Amara entra nella storia fra l’alto Medioevo e l’anno Mille. Alcuni studiosi locali, per la presenza di un muro definito “longobardo”, simile all’opus gallicum, hanno ipotizzato una precedente presenza longobarda verso la metà del secolo VIII. Si è anche pensato a un collegamento fra l’attività estrattiva di arenaria e la costruzione delle mura di Ceccano, che sarebbe avvenuta nel 536.
Quello che sappiamo di certo è che le prime menzioni del castrum riguardano la funzione militare del paese. Nel 1121 resisté alle truppe normanne e a quelle di papa Callisto Il, nel 1143 la Torre di “Arnana” fu espugnata, nel 1165 il Castello si difese con successo dalle truppe normanne, nel 1167, invece, fu incendiato. E evidente che la località, lungo la via Latina, unica strada praticabile da eserciti, assunse una funzione militare di notevole importanza. Fino al 1224 non conosciamo molto gli interessi che gravitavano attorno alla fortificazione, ma in quell’anno Giovanni de Ceccano elenca Amara nel suo testamento, quale suo possesso.Poiché le notizie precedenti ci provengono dagli “Annales” , notoriamente elaborati nell’ambito della signoria ceccanese, si può dedurre che la Torre di Amara apparteneva ai de Ceccano e costituiva la propaggine orientale del loro feudo, posta a controllo della via Latina e dèl fiume Sacco.
Il Castello e le chiese
Il Castello, di cui ancora si conservano le vestigia, è in gran parte distrutto o manomesso. Secondo gli studiosi, l’attuale fortilizio è il prodotto di interventi fatti in epoche successive fino ad oggi.
Nel lato settentrionale sorge il mastio, forse elevato fino ad oltre trenta metri dal piano della sottostante strada. Durante la seconda guerra mondiale sono cadute le ultime merlature.
A partire dal Duecento il paese cominciò con probabilità ad ampliarsi per dare vita ad un insediamento delimitato da un circuito murario, oggi riconoscibile sol tanto in pianta. Si possono notare le torri, gli accessi (i principali sono fortificati) e il tipo d’insediamento che ruota attorno al Castello e utilizza le mura urbane quale appoggio per una serie di abitazioni di piccole dimensioni. Queste ultime hanno subìto notevoli trasformazioni e rimaneggiamenti nel corso dei secoli, dando vita a abitati compositi, tipici dei paesi collinari dell’Italia centrale. Le case, in gran parte, sono state costruite con pietre tufacee, cavate direttamente sul luogo, creando un originale tessuto edilizio. Rimase feudo dei de Ceccano fino al Trecento e forse fino all’inizio del Quattrocento, quando apparvero i Caetani prima e i Colonna poi. A quest’ultima famiglia fu legato fino alla scomparsa del feudo, nel 1818.
Il paese nei primi del Novecento fu indebolito dalla forte emigrazione prevalentemente diretta verso l’America.
Durante la seconda guerra mondiale il paese fu investito in pieno dalla violenza bellica: i bombardamenti produssero molte vittime civili danneggiando un gran numero di edifici.
I monumenti più antichi della cittadina risalgono al Trecento. Si ha notizia di diverse chiese: San Nicola, San Simeone, Santo Stefano, San Pietro e Santa Maria di Campumtinanu, soggette al vescovo di Veroli, diocesi entro la quale il borgo è sempre stato collocato.
Di qualche rilievo è la Chiesa di San Sebastiano fuori porta, di stile barocco con interno a croce greca, molto rimaneggiata, però, fino al nostro secolo.
A partire dall’Ottocento il centro abitato si è esteso lungo le strade principali che si dirigono a Ceccano e verso la Casilina. Il territorio comunale è stato attraversato dall’autostrada del Sole,e, ultima la direttissima (linea ferroviaria) ma l’ambiente è rimasto sostanzialmente intatto.
Il colle ed il territorio sono rigogliosi e verdeggianti, grazie ad un intenso lavoro agricolo che, assieme all’occupazione industriale ed artigianale nelle imprese della zona, è ancora al centro delle attività economiche del paese.
E tradizionale la lavorazione di vimini e canne per la costruzione di panieri e di canestri, ma anche di stuoie per la conservazione familiare delle derrate agricole Nel paese esiste ancora una certa tradizione popolare, prevalentemente musicale, che rivive in manifestazioni di gruppi folcloristici locali.