Luoghi, fatti e Personaggi
Luoghi, fatti e personaggi
Monte Cairo e il Castello
Domina, con la sua mole maestosa, a 1669 metri di altitudine, l’intera Valle del Liri Garigliano-Rapido. E’ visibile da ovunque, con il suo colore tra l’azzurro e il verde, a seconda della distanza da cui si osserva. D’inverno è spesso avvolto da nuvolaglie o ricoperto di neve. Gran parte della sua superficie è rivestita di vegetazione, mentre restano scoperti i fianchi più battuti dal vento. E’ abbastanza agevole salire su Monte Cairo a piedi, passando per Terelle. E’ esperienza unica, ed emozionante. Ogni Ciociaro, ogni persona che comunque veda Monte Cairo lo dovrebbe ascendere, per accreditare sensazioni di godimento estetico della natura, per dominare e ammirare un vasto territorio ricchissimo di risorse, di storia e di cultura, negli infiniti insediamenti occhieggianti nella pianura, sulle colline, sopra le alture più elevate ricomprese tra la cordigliera appenninica e quella antiappenninica . E il rincorrersi dei monti in lontananza va a chiudere l’orizzonte da ogni parte.
Monte Cairo appartiene al gruppo geologico della Meta e delle Mainarde, di cui si estende come propaggine tesa verso il Liri, tra il Melfa e il Rapido; ma ha un’autonoma configurazione orografica.
Lo chiamavano Mons Clarus i Romani, forse per significare, con la connotazione di clarus, chiaro, la sua particolare esposizione alla vista e la costante illuminazione del sole. Durante il Medioevo si chiamava anche Carea.
Il castello medievale di Terelle caratterizza questo Comune, la cui storia, dalla nascita fino all’età moderna, è stata legata ora ad Aquino, ora a Montecassino. Furono per primi i Conti di Aquino, come abbiamo visto, a costruire una torre, un fortilino, da cui poter molestare, se non dominare, la potente Abbazia che, agli inizi del XII secolo, attraversava un periodo di difficoltà. La posizione geografica di Terelle, arretrata rispetto alle pianure, ai grandi corsi d’acqua e alle grosse vie di comunicazione, è stata per lo più una garanzia dalle occupazioni e traversie che hanno maggiormente interessato i comuni della Valle del Liri e della Terra Sancti Benedicti. Terelle ha perciò goduto di una relativa tranquillità, nel Medioevo, sufficientemente difesa dal suo Castello peraltro non particolarmente munito di poderose opere di fortificazioni. Dalla prima fabbrica del 1117 ha subito varie vicende: sospensioni, riprese, spostamenti, distruzioni, riedificazioni. Il primitivo piccolo maniero, incominciato da Lando e terminato da Pandolfo dei Conti di Aquino, doveva servire solo come postazione e stazionamento di soldati per effettuare incursioni sulle terre di Montecassino. Quando il borgo si ingrandì, nacque l’esigenza della difesa della comunità civile. Si ebbe allora un castello protetto da ben cinque torri, una con prevalente funzione di difesa e le altre quattro, una per ogni lato dell’intero complesso dell’arce, con prevalenti funzioni di avvistamento e di comunicazione interna ed esterna.
Oggi restano le mura perimetrali del Castello e torri angolari. Opportuni restauri e riusi adeguati ridarebbero vitalità e lustro storico-culturale all’antico Castello, svettante e dominante da un podio del Monte Cairo su uno sterminato ammirevole paesaggio fatto di monti rincorrenti, con valli, pianure, colline, fino a scorgere il mare, di là degli Aurunci.
Il Mausoleo Napoleonico
Si chiama comunemente Cimitero Napoleonico quella imponente costruzione che troneggia come una cattedrale nel deserto, in un luogo dove proprio non si immaginerebbe che fosse, qualche centinaio di metri sotto il paese, senza nessun richiamo architettonico culturale con il paesaggio circostante. Terelle è interamente medievale e anche le costruzioni erette per tutto il periodo fino all’ultimo conflitto mondiale sono di stampo medievale. Quel monumento, o mausoleo, è cosa completamente diversa: un’architettura solida in pietra squadrata a faccia vista dalle linee elegantemente neo-classiche. Che sia una costruzione cimiteriale si legge dalle linee verticali della porta e degli spigoli del corpo di fabbrica centrale che sono “a fuga”, cioè “a cassa da morto’. All’interno, poi, si capisce subito che trattasi di un piccolo cimitero, perché lungo le pareti ci sono i loculi e nel sottostante pavimento a volta si intravede il vano che solitamente veniva adibito a fossa comune. Ad altezza di porta d’ingresso corre una lesena orizzontale aggettante lungo tutta la costruzione. Il terrazzo di destra, per chi guarda, finisce agli angoli esterni con un alettone tipico dell’architettura omologa napoleonica, quasi un richiamo del mitico cappello di Bonaparte. Il frontone triangolare è supportato da una fascia di trabeazione con tipiche “gocce” quadriformi. L’ala sinistra della costruzione è crollata, ma si capisce che era simmetrica a quella di destra.
E’ da supporre che il mausoleo cimiteriale fosse stato costruito a seguito della legge di Napoleone circa la regolamentazione delle sepolture, tendente all’igiene pubblica e ad un certo egalitarismo che evitasse le discriminazioni sociali. L’Editto di Saint Cloud è del 1806. I Francesi sono stati nella zona dal tempo della Repubblica Partenopea, nel 1799, fino a tutto il periodo muratiano, concluso nel 1815, con la restaurazione borbonica. Terelle è però in posizione geografica arretrata rispetto alle zone di maggiore influenza del Regno Napoletano di Gioacchino Murat. Come si spiegha allora questa testimonianza franco-napoleonica? Un gruppo di Francesi rimasti a Terelle? Una guarnigione militare? Un semplice vezzo architettonico di gente del posto, magari nostalgica della cultura franco-napoleonica? E’ difficile credere a quest’ultima ipotesi, ripensando alla tradizione cattolica e benedettina fortemente radicata a Terelle. Qualcosa di analogo si trova a Villa Santa Lucia, nel cimitero di San Martino, dall’architettura neoclassicheggiante, che però appare di epoca successiva al Mausoleo di Terelle ed ha linee gotiche, a sesto acuto.
Il Castagneto Monumentale
Il Castagneto di Terelle è veramente opera monumentale della natura. Si trova nella campagna sottostante il paese, verso Oriente. Centinaia, migliaia di castagni per lo più ultracentenari, alti, maestosi.
Si sta creando una zona parco, nel cuore del Castagneto, perché possa essere ammirata e goduta tanta bellezza, oltre a tanta salubrità.
Tra gli alberi più longevi si può ancora ammirare a fior di campagna il contorno del tronco di un castagno, di cui, a causa di un recente accidentale incendio di pulizia, non resta che il ceppo con la circonferenza di ben 12 metri.
Il sottobosco è caratterizzato da un frastagliato ricamo di felci. L’aria è fresca ed ossigenata.
Le castagne di Terelle sono di ottima qualità. Non particolarmente grosse, non sono marroni, anzi piuttosto minute ma squisite nel sapore, facili da sbucciare sia lesse che a caldarroste.
Si chiamano pezzutèlle e pelusèlle. Sono buone da mangiare anche crude.
Non si usa, a Terelle, essiccarle per farne le mosciarèlle e le ‘nsèrte.
Un prodotto così genuino, così nutriente, così buono e così abbondante si potrebbe sicuramente valorizzare e sfruttare per confetture alimentari a livello artigianale se non industriale!