Sora Volsca
Sora Volsca
“Già dal VII secolo si ebbero le prime infiltrazioni volsche, facilitate dalla pratica della transumanza, che si mutarono in seguito in vere e proprie migrazioni. I Volsci, in una prima fase, provenendo dalla Val Roveto, si attestarono sulla fascia pedemontana e da qui, in un secondo momento, invasero la fascia tirrenica sino ad Anzio.
Sora fu centro volsco di notevole importanza, dapprima come uno dei motori propulsori dell’espansione volsca verso la costa e dello stesso attacco al cuore dello Stato romano e poi, ancora, quando i Volsci dovettero gradualmente ripiegare sulle basi di partenza.
La città occupava una posizione strategicamente molto importante: con i due avamposti di Vicalvi e di San Sebastiano (Isola del Liri) controllava infatti tutta la Conca Sorana ed i percorsi dall’interno verso Cassino e la Valle del Sacco. I Volsci, nel IV secolo, in relazione alla crescente pressione romana, vi realizzarono le prime fortificazioni in opera poligonale, poi completate dai Romani con un unico circuito che comprendeva il centro abitato e il vicino Monte San Casto.
In seguito al trattato di spartizione della regione (354 a. C.) fra Romani e Sanniti (la cui attuazione sarà però molto lenta e graduale), i Romani nel 345 a. C. giungono a Sora e vi fissano un presidio militare. E da ritenere che nella città si formarono allora due fazioni, una più forte (che comprendeva buona parte degli abitanti) filosannitica e un’altra più esigua filoromana.
Alla prima fazione si deve una prima rivolta antiromana nel 315 a. C., culminata con un asseddio in cui i Romani, per occupare l’arx (= la rocca), furono aiutati da un appartenente al partito loro favorevole, ed una seconda nel 307, alla quale seguirà la decapitazione a Roma di 225 maggiorenti di Sora, distintisi nella lotta contro i Romani” (Rizziello, 1987).
Da un punto di vista archeologico, mentre non vi sono per il periodo volsco riscontri precisi, per il circondano si possono citare i rinvenimenti di Italo Biddittu (1976) in località Spinelle, riguardanti frammenti di impasto di olle compresse a linguetta, tazze carenate con bugna sulla carena, anforette nero-lucide di tipo buccheroide a pareti sottili. Si tratta di una ceramica di abitato, tipologicamente confrontabile con quella dell’abitato volsco di Frosinone.
In questi ultimi anni si sono intensificati nel Lazio meridionale gli studi sul periodo arcaico e si può ritenere che siamo ormai vicini a più estese e precise determinazioni riguardanti anche la Sora volsca.