Come era e come è
Com’era e com’è
La città romana è sorta sopra il colle più alto di Frosinone, oggi corrispondente all‘area tra le piazze della Libertà e Santa Maria, con funzione di acropoli, mentre l‘abitato si è esteso lungo i fianchi della collina: al di sotto dell’attuale Belvedere sono state reperite tracce dei villaggi prostorici, antichi e medioevali.
Come già detto, nell’Ottocento la città appariva al Gregorovius “meschina e mal costruita. Il solo palazzo della delegazione era un bell’edificio”. Un secolo più tardi qualcuno ha paragonato Frosinone, appena diventata capoluogo di provincia, una navicella illuminata immersa nel buio assoluto delle campagne. Oggi l’intera valle del Sacco è costellata di luci, provenienti dagli stabilimenti industriali dai quartieri di Frosinone, ormai lontani dal centro cittadino. La città, infatti, durante la sua espansione ha abbandonato da tempo il colle e si è ramificata lungo strade vecchie e nuove nella pianura sottostante. Il centro conserva gli uffici, a prefettura, il comune e la provincia oltre ai quartieri di più antico insediamento: Santa Maria, piazza Garibaldi, il distretto e Sant’Antonio, con il corollario dlelle aree vicine. Lungo le strade di scollinamento, via Napoli, via Roma, via Fosse Ardeatine, via America Latina, via Mazzini, sono sorti palazzi e caseggiati ;che hanno allungato l’abitato fino alla pianura, già da tempo attraversata da vie di collegamento. Lungo queste, in particolare lungo la Marittima, la Tiburtina, la Maria e la Casiina, sono sorti pian piano diversi quartieri nuovi che hanno colmato i vuoti tra Frosinone alto e i due quartieri ottocenteschi della Ferrovia e della Madonna della Neve. A partire dalla fine degli anni Settanta, la città è andata colmando lo spazio fra la Marittima e la tangenziale, lungo la quale ormai è quasi ininterrotta la serie di insediamenti civili, commerciali e artigianali. Aree una volta lontane dal centro storico, come l’aeroporto militare, sono state raggiunte da una lunga serie di costruzioni. Quel che rimane dell’antico centro storico, dopo le distruzioni della guerra e le manomissioni degli ultimi decenni, ancora conserva qualche zona con le architetture della Frosinone ottocentesca.
L’unica testimonianza monumentale ancora esistente e risalente all’epoca romana rimane l’anfiteatro, di cui si ha notizia sin dal Medioevo. E stato scoperto solo recentemente vicino al fiume Cosa, nell’area in cui è situato un ponte di età moderna. Dell’anfiteatro sono rimasti solo pochi muri e tracce delle fondazioni, tagliati in mezzo da una strada moderna. Resti di un acquedotto d’epoca romana in contrada Ponte della Fontana si con servano ancora in buono stato.
Non si hanno più tracce del circuito murario, in qualche parte inglobato dalle abitazioni; rimangono in sito le due Porte Campagiorni e Garibaldi: la prima, più piccola, (che fino al Seicento era stata dedicata a San Biagio) è un arcone a sesto acuto incorporato nelle ottocentesche case adiacenti, la seconda è invece molto grande e solenne, anche se le manca del tutto un impianto decorativo.