Chiesa parrocchiale Santa Lucia
La Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia – La ristrutturazione del 2004
Dalla visita di Veltronio risulta che nell’anno 1603, nell’antico Castrocielo in vetta al monte Asprano, non erano rimaste che dodici famiglie. Ma già nel 1601, le reliquie conservate nella chiesa Matrice di Santa Maria Assunta in Cielo, erano state portate nell’attuale parrocchiale a cura del municipio e di ciò fa fede la lapide posta sulla nicchia esistente nella sacrestia, la cui scritta è chiusa da una sigla e da una data: M.P.I.F.- 1601.
La data è quella dell’esito ufficiale della popolazione e la sigla va così interpretata:
“Municipium Propris Impensis Fecit” ( il Municipio fece a proprie spese ). E’ quindi certo che la Chiesa Parrocchiale già esisteva nell’anno 1601 ma essa non doveva avere le attuali strutture murarie, le quali, stando alla data della consacrazione dell’altare maggiore effettuata, ( come fa fede una lapide posta sul retro dell’altare ) dal Vescovo diocesano Mons. Spadea, nell’anno 1746, dovrebbero essere sorte qualche anno prima, sembra verso il 1740, non già come costruzione ex-novo, ma come ampliamento di una precedente chiesa. Si legge infatti nelle “Risposte al questionario per la Santa Visita Pastorale” stilate in data 29 Marzo 1936 dall’allora Rev. Parroco Don Michele Ricci, al punto dedicato alla parrocchiale: Sembra edificata o meglio ampliata, verso il 1740 con concorso del popolo.
Questa ipotesi è sostenuta dalla data di fusione della campana grande, che è l’anno 1719 e per tanto, è dato dedurre che la chiesa nella quale fu posta venne certamente costruita prima di tale data giacché è noto che la campana costituisce l’arredo generalmente posto per ultimo in una chiesa. L’idea che la chiesa attuale non sia che l’ampliamento di un edificio primitivo demolito pressoché totalmente nasce dall’esame di un reperto artistico esistente nella parrocchiale e, dai più, ignorato:
Entro la cornice lapidea dell’artistico altare di San Leonardo ( il primo entrando nella navata di destra), costruito nell’anno 1752 dalla famiglia Cerasi, è un quadro ad olio su tela. Questo dipinto nasconde la parte murale retrostante sulla quale sono visibili i resti di una pittura indubbiamente precedente alla sistemazione dell’altare e che probabilmente prosegue lateralmente alla cornice, sotto l’intonaco che ricopre il muro.
La pittura rimasta presenta guasti nella parte superiore, per evidenti spicconature, e nei suoi resti misura m. 1,07 di larghezza e m. 1,20 di altezza.
Essa rappresenta la Vergine in una veste rosso pallido ed un manto chiaro, recante in braccio il Bambino. Le è dinanzi un Santo con abito color cremisi, dal quale fuoriesce la sottostante veste bianca, a guisa di colletto a corolla. Forse si potrebbe restaurare questo dipinto che ha certamente un valore storico per la chiesa e proporre una probabile datazione in base alle sue caratteristiche. Ciò potrebbe confortare la nostra ipotesi.
L’opera frammentaria induce anche a pensare che la parete lato nord della parrocchiale ( quella cioè rivolta a monte ) per essere un tempo ornata con immagini sacre, doveva appartenere ad una chiesa che non era però l’attuale in quanto la superficie del vecchio dipinto è un po’ rientrante rispetto al filo interno dell’attuale parete; il che sta a significare che lo spessore di quest’ultima è maggiore di quella dell’antica parete e da ciò l’idea di un rimaneggiamento del muro a scopo di rinforzo e, conseguentemente, l’ipotesi di un rifacimento totale dell’edificio. Forse un’indagine nei vani esistenti sotto il pavimento della chiesa, risulterebbe oltremodo utile allo scopo.
Un tempo sotto questo pavimento si seppellivano i morti, e si dice che siano ivi esistenti delle lapidi…
Si ha pertanto motivo di ritenere che in esse e in altri elementi che potrebbero emergere da quegli sconosciuti ambienti sia celata la chiave che apre l’accesso alla giusta via dell’indagini per una storia della Chiesa Parrocchiale di Castrocielo. Una storia a torto sottovalutata ma che racchiude l’ anima del popolo, la fede dei nostri padri e la laboriosità di chi ci ha preceduto nel cammino della vita.
Dalle “Risposte al questionario per la Santa Visita Pastorale” del 29 marzo 1936 del parroco Arciprete Don Michele Ricci, si hanno le seguenti notizie:
La chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Lucia V. e M., la quale è anche protettrice principale e se ne celebra la festa il 13 dicembre. I compatroni sono San Pietro Martire che si festeggia il 29 aprile e Santa Giustina V. e M., la seconda domenica di maggio e se ne conserva il corpo.
La chiesa fu consacrata da Mons. Spadea, Vescovo diocesano nel 1746. Dopo il terremoto del 1915 è stata restaurata e consolidata con catene di ferro. La facciata di travertino ha tre porte d’ ingresso e guarda l’oriente. E’ di stile classico con lesene e qualche elemento di decorazione barocca sopra le porte laterali. La torre campanaria è sulla parte destra della facciata e quella dell’orologio, più bassa sulla sinistra. Il campanile fu edificato insieme alla chiesa verso il 1740; è di stile classico con cupola barocca; vi era la croce ma il fulmine per tre volte l’ha buttata giù. Le campane sono tre e consacrate; la prima, la più grande, nel 1719; la seconda nel 1798 e la terza, più piccola, nel 1893.
L’interno è a tre navate con dieci colonne la sua ampiezza è di circa 400 m2. Vi sono sette altari compreso il maggiore:
L’Altare Maggiore, dedicato a Santa Lucia è in pietra con intarsiature di marmo ed è di grande valore artistico. Vi si conserva il SS. Sacramento; è fisso e privilegiato con Brevi di Papa Gregorio XVI del 20 novembre 1835. sul davanti e dietro sono incise numerose scritte latine. Viene poi l’Altare di Santa Giustina ove è l’urna di legno dorato che racchiude il corpo della Santa. L’Altare è di marmo ma non di grande valore; ed è fisso.
L’Altare di San Francesco d’assisi è tutto di stucco ed è mobile. Segue l’Altare di San Giuseppe; è tutto di pietra con intarsiature di marmo con due colonne. E’ mobile e di grande valore artistico. Identico è l’Altare di San Leonardo; tutto di pietra con intarsiature di marmo; è mobile. L’Altare della Pietà con la Vergine Addolorata e il Cristo morto è di stucco con colonne; è mobile, ma non di grande valore artistico. Ultimo a sinistra è l’Altare del Nome di Gesù; è mobile e di stucco, ma non di grande valore artistico. Tutte le pietre sacre sono conformi alle prescrizioni liturgiche.
Ci sono delle opere d’arte oltre ai suddetti Altari di marmo; il quadro della crocifissione di cui si ignora l’autore; il quadro di Santa Lucida del prof. Simonetti di Napoli; una statuetta di alabastro rappresentante la madonna col Bambino, ma se ne ignorano l’autore e la provenienza.
LA CHIESA DI SANTA LUCIA E’ TORNATA AGLI ANTICHI SPLENDORI
CASTROCIELO – Taglio del nastro inaugurale alla presenza dei sindaco
CASTROCIELO – Taglio del nastro inaugurale della rinnovata chiesa di Santa Lucia.
Per due anni l’edificio religioso è rimasto chiuso per ristrutturazione, sono stati effettuati consistenti interventi all’interno ed all’esterno e finalmente la chiesa è stata riaperta.
Maria Gabriela, un’anziana signora nativa di Castrocielo, testimonia come per gli abitanti del luogo vedano nella chiesa un punto di riferimento.
Innanzitutto, i residenti si dichiarano concordi con la scelta dell’amministrazione comunale di finanziare i lavori per la chiesa di Santa Lucia.
«Sono contentissima – esordisce Maria Gabriela -, non vedevo l’ora che fosse riaperta. Inoltre è molto contenta anche mia nipote, perché per prima si è sposata nella nuova chiesa».
Castrocielo, dunque, si dimostra così devota a Santa Lucia.
«Ricordo – prosegue l’anziana -, che molto tempo fa, quando io ero piccola, tanta gente da Arce, Colle San Magno, veniva a piedi fino alla chiesa di Santa Lucia per pregare».
Maria Gabriela è andata a visitare la Chiesa già prima della riapertura.
«Ero curiosa di vedere il risultato e l’ho trovato decisamente entusiasmante! Nelle ore che hanno preceduto l’inaugurazione decine e decine di volontari hanno lavorato intorno alla chiesa per preparare l’attesa riapertura, presente, ovviamente, anche il parroco don Tonino, soddisfatto dei lavori che sono stati realizzati nella chiesa.
«Anche se non sono ultimati – precisa il parroco -, in ogni modo sono lavori importanti e sono soddisfatto perché ho riscontrato l’impegno, non solo dell’amministrazione comunale, ma dell’intera cittadinanza. Non a caso molti volontari prima dell’inaugurazione si sono ritrovati in chiesa. Infatti, è bastato “un fischio” e immediatamente tutta la gente si è mobilitata. Con orgoglio ho constatato la presenza di tante persone, tanti fedeli che mi sono vicini non solo per la devozione della santa, ma perché si sta formando una chiesa di popolo, una chiesa di gente. Una chiesa delegata all’arduo compito di contribuire alla crescita di giovani e non».
Il parroco don Tonino è ancora emozionato per la riapertura delle porte della chiesa parrocchiale.
«Direi che l’aspetto personale conta poco, ma è stato bello, invece, vedere la gente coinvolta nella crescita per questa nuova evangelizzazione che va al di là di quella che è la religiosità popolare. Ho visto la chiesa prendere sempre più coscienza di progredire e procreare, una chiesa maggiormente evangelizzata e pronta a riscoprire il progetto di Dio. La devozione della città verso Santa Lucia affonda le sue radici nella storia: alla santa non sono solo devoti gli abitanti di Castrocielo, ma a lei si rivolgono anche tanti fedeli di altri centri Ciociari. Infatti abbiamo proposto al nostro vescovo di far diventare questa chiesa “Santuario Zonale”, perchè Santa Lucia è legata al popolo che ha bisogno della luce degli occhi e che oggi soprattutto ha bisogno della luce dalla pace». Intanto è stato già celebrato il primo matrimonio, una cerimonia emozionante perchè sono saliti sull’altare due ragazzi molto impegnati sui piani sociale e spirituale, si tratta dei responsabili della pastorale giovanile».
Entusiasta il sindaco Laura Materiale, per l’ottimo risultato ottenuto dall’inaugurazione. «Sono soddisfattissima – precisa il primo cittadino – dell’inaugurazione svolta, in quanto la statua di Santa Lucia dopo quattro anni è riuscita a rientrare nella sua casa ed inoltre sono stati completati anche i lavori di restauro della chiesa e la strada di accesso alla stessa.
Quindi il bilancio è assolutamente positivo.
Tanta gente qui che ha apprezzato quello che l’amministrazione comunale ha fatto. Sono, pertanto, orgogliosa perchè quando i risultati sono tangibili, questo non può che far piacere all’amministrazione comunale e spronarla a fare sempre meglio». «Il grosso è stato fatto – conclude il sindaco -, ci sono ancora un po’ di cose da sistemare. Speriamo, però, in una totale riespansione del centro storico»
GIUSEPPE DEL SIGNORE
Da CiociariaOggi di lunedì 6 dicembre 2004