Colosseo Teatro Mausoleo

Cassino

Il Colosseo, il Teatro Romano, il Mausoleo

IL COLOSSEO

Il Colosseo, o Anfiteatro, è l’elemento archeologico più rappresentativo della romanità di Cassino. Non sono rimasti che le mura perimetrali e pochi tratti della struttura interna, ma sono pur sempre una chiara ed eloquente testimonianza della imponenza, maestosità, della magnificenza della civiltà romana.

La pianta del Colosseo è di forma ellittica, con m. 85 al diametro maggiore, m. 68 al diametro minore, m. 160 di perimetro, m. 18 all’altezza massima. La cavea, cioé l’ampia sede delle gradinate riservate agli spettatori, costituisce una particolarità anomala rispetto ai tipici anfiteatri romani, in quanto in parte è sorretta da strutture murarie, a valle, e in parte è ricavata direttamente dal pendio roccioso della collina su cui si adagia, a monte. Ha cinque porte di ingresso, nell’emiciclo di Sud – Est, a valle. Sono cinque grandi porte ad arco, con volte a tutto sesto. Al di sopra delle porte, sono delle grosse mensole di pietra che sporgono dal muro perimetrale ed hanno dei fori, nella parte superiore, ove venivano collocati dei pali di legno per sistemare complessi sistemi di teloni, velarium, per riparare gli spettatori dal sole e dalle intemperie. L’arena è la parte centrale dell’Anfiteatro, all’epoca ricoperta di sabbia, dove si tenevano gli spettacoli, latinamente i ludi: combattimenti tra atleti, detti bestiari, e fiere; combattimenti tra gladiatori. Bestiari, gladiatori e altri tipi di giocatori erano per lo più prigionieri di guerra, schiavi, condannati. L’arena poteva essere convenientemente allagata per lo svolgimento di battaglie navali, le naumachiae. Se si osserva la zona a monte del Colosseo, si nota un complesso sistema di condutture idrauliche per addurre le acque, che sgorgavano ai piedi di Montecassino, verso l’anfiteatro.

Caratteristica dell’opera muraria del Colosseo, ancor oggi ampiamente testimoniato, è i ‘opus reticuiatum, costituito da blocchetti litici romboidali, dall’effetto geometrico, importante dal punto di vista decorativo e ornamentale. La tecnica dell’opus reticulatum si ritrova ancora abbondante nel Teatro e nella Tomba di Ummidia Quadratilla.

Il Colosseo fu costruito intorno alla seconda metà del I secolo a.C.. Nel 1757 fu ritrovata, all’interno dell’Anfiteatro, una lapide con la seguente epigrafe: Ummidia C.F. Quadratilia Anphitheatrum et Tempium Casinatibus Sua Pecunia Fecit (Ummidia Quadratilla, figlia di Caio, fece costruire l’Anfiteatro e il Tempio per i Cassinesi a sue spese). Nel 1923 è stato ritrovato un blocco di pietra, nei pressi della Porta di Sud – Ovest, sicuramente caduto con il terremoto del 1231 dall’alto della Porta stessa, dove era stato collocato all’epoca della erezione del Colosseo, su cui si legge il nome di Ummidia Quadratilla, la matrona della gens Ummidia, amante degli spettacoli scenici e ludici, grande mecenate, ricordata anche da Plinio il Giovane.

IL TEATRO ROMANO

A Ovest del Colosseo, entro le mura dell’antica Casinum, è situato il Teatro Romano di Cassino, di cui si possono ammirare cospicui resti del complesso strutturale, ancor oggi utilizzabile per rappresentazioni e manifestazioni di vario genere.

La cavea, che è la zona a gradini per gli spettatori come per il Colosseo è ricavata in parte sfruttando il declivio collinare. Essa, di forma semicircolare, comprende le gradinate riservate agli spettatori e scende ad imbuto fino alla parte centrale inferiore, l’orchestra.

L’orchestra, che nel teatro greco serviva ad ospitare il coro, nel teatro romano serviva invece da platea riservata ad ospiti di maggior riguardo. L’orchestra, con tre gradini, è separata dalla ima cavea, mediante una balaustra di pietra, di cui restano oggi alcuni elementi. La cavea è suddivisa in summa cavea, formata da sette gradini, e ima cavea, formata da tredici gradini. La summa cavea termina in alto con una cripta, una galleria aperta a volta, oggi ancora ben individuabile. All’orchestra e all’ima cavea si accedeva mediante due larghi corridoi, paradoi, uno a destra e uno a sinistra, coperti a volta. Di fronte alla cavea era la scena, di cui resta il muro perimetrale, di metri 15 per metri 8,60. Oltre la scena erano il palcoscenico e il fronte scenico, scenae frons, che era una struttura muraria con colonne, intercolonne, nicchie, statue e tre porte, di cui quella centrale, la porta regia, era più grande e quelle laterali, portae ospitaliae, più piccole. Anteriormente, il palcoscenico presenta una serie di undici nicchie, alternativamente circolari e quadrangolari, ora visibili in mattoni, che dovevano essere, per la loro funzione ornamentale, intonacate e dipinte.

Il Teatro fu costruito in epoca augustea e dovette essere restaurato dalla grande mecenate Ummidia Quadratilla. Il materiale edilizio è in parte in opus incertum, pietra non lavorata e malta; in parte in opus reticulatum, blocchetti manufatti a forma romboidale, collocati con cura a mosaico; in parte in opus latericium, cioè in mattoni. Un sistema di teli, velarium, dalla summa cavea alla scena, riparava il pubblico dal sole e dalle intemperie.

Attualmente il Teatro è un’ottima struttura utilizzabile, con circa tremila posti.

Un esperimento di riuso del Teatro Romano fu effettuato dopo il restauro del Prof. Giulio Jacopi, nel 1962.

IL MAUSOLEO SEPOLCRO DI UMMIDIA QUADRATILLA

Ummidia C.F. Quadratilla anphitheatrum et tem plum Casinatibus sua pecunia fecit. “Ummidia Quadratilla, figlia di Caio, fece costruire l’anfiteatro e il tempio per i Cassinesi a sue spese”. Sappiamo qual è l’Anfiteatro. Il Tempio si ritiene essere quel Mausoleo – Sepolcro che si trova a metà percorso tra il Colosseo e il Teatro Romano. Si tratta di un’interessantissima costruzione, con pianta a croce greca. Al centro l’edificio è coperto da una cupola, con quattro finestre per la luce, attualmente ostruite. I quattro bracci sono coperti con volta a botte. L’ingresso, il dromos, è costituito da un prolungamento del braccio di Sud – Est, a valle. Detto ingresso è posticcio, rispetto alla costruzione originale. L’edificio è realizzato con grandi massi di pietra squadrati e sapientemente incastrati, senza malta, saldati l’uno all’altro da graffe interne di piombo. I bracci, simmetrici, sono lunghi ciascuno m. 2,75. La cupola è alta m. 8,50. Il Mausoleo aveva un uso funerario; era la tomba della Gens Ummidia. In epoca successiva ne ritroviamo un esempio nel Mausoleo di Galla Placida a Ravenna. Da notare come la struttura della chiesa, nell’architettura cristiana, abbia di questi precedenti dell’architettura sacra romana.

Nel Medioevo, l’Abate Giovanni III, che governò dal 997 al 1010, fece costruire sul monumento una chiesa, con affreschi in stile benedettino, dedicata a San Nicola, che però fu abbandonata fino a quando, verso la fine del 1600, l’abate Andrea IV Deodati riabilitò la chiesa al culto del Crocifisso, arricchendola di motìvi e decorazioni barocche. Tale denominazione è credibile che fosse ispirata dalla pianta a croce dell’antica tomba romana. Tutta la borgata, parimenti, da allora si chiamerà del Crocifisso.

La seconda Guerra Mondiale distrusse la chiesa del Crocifisso, di cui non restarono che alcuni affreschi, conservati nell’Abbazia di Montecassino, e pochi scheletri murari.

Solo il Mausoleo di Ummidia Quadratilla, ripulito dei resti delle costruzioni posticce, resta possente e solenne a cantare la sua vittoria sul tempo e sulle distruzioni. Nei suoi pressi oggi sorge l’importante Museo Archeologico.