Le origini, san Magno, l’eremita buono

Colle San Magno

Le origini

La più remota origine di Colle San Magno è Castro Cielo in Asprano.

Cantalupo

Siamo nell’VIII secolo dopo Cristo, quando i Longobardi distrussero Aquinum. Alcune famiglie ripararono sulle alture a Nord delle loro terre, su Monte Asprano, dove venne eretto un Castello e dove, agli inizi dell’anno Mille, quella comunità castellana aveva raggiunto le dimensioni di una Civitas, alle dipendenze dei conti di Aquino. La difficoltà dell’approvvigionamento dell’acqua e la distanza dalle terre da lavorare, nella valle a meridione, costrinsero i contadini di Castro Cielo in Asprano ad abbandonare questo sito: i più tornarono a Sud, nelle terre aquinati di provenienza, ma una parte preferì spostarsi a Nord, laddove avevano incominciato a disboscare e a dissodare i terreni, per impiantarvi attività agricole e pastorali. Il primo insediamento a Nord di Monte Asprano avvenne a CANTALUP0. Contadini, pastori, tagliaboschi qui crearono in breve tempo un casale, in modo semplice e perfino precario, senza troppe opere di difesa se non quelle contro i ladri di polli e contro i lupi, il cui lugubre notturno ululare diede il nome al casale stesso: Canta – lupo. Più il casale cresceva più si richiedeva una solida organizzazione civile con difese efficaci e sicure. Il sito di Cantalupo mal si prestava ad un insediamento più importante anche per mancanza di comodi spazi intorno. Più a Nord, a mille metri, un colle ameno offriva ottima possibilità di creare un centro con tutte le prerogative di una comunità completa mente attrezzata, dal castello alle mura di cinta, con torri e porte di difesa. Si eresse pertanto la Torre e l’insediamento ebbe il nome di ‘Colle”, a cui si aggiunse il nome del suo protettore “San Magno”, per non lasciare un nome generico e non personalizzato. Peraltro, la toponomastica, in quei tempi e in quei luoghi, aveva una preponderante preferenza per i santi: basti leggere ancor oggi i nomi delle vie, basti ricordare il gran numero delle chiese, di cui Pasquale Cayro ricorda quella parrocchiale dedicata a San Magno, quella di San Benedetto in Indolis, San Costanzo in Cantalupo, Santa Croce Suburba, Sant’Eustacchio e San Giuseppe fuori l’abitato, San Giuseppe entro l’abitato, San Giovanni Evangelista, San Lorenzo, Santa Maria dell’Assunta in Asprano, Santa Maria delle Grazie, San Michele, San Maurizio del Colle, San Nicolò entro le mura, Santissima Nunziata, San Pietro in Cantalupo, San Silvestro, San Salvatore. Superfluo ricordare come, nel tempo, queste chiese nella quasi totalità siano state abbandonate, siano cadute in disuso e quindi dirute.

SAN MAGNO visse durante le persecuzioni romane, intorno al III secolo dopo Cristo. Convertito al Cristianesimo, donò tutti i suoi beni ai poveri. Per il suo fervore religioso fu eletto vescovo di Trani. Visse in odore di santità: guariva storpi e ammalati. Per sfuggire alle persecuzioni, che sempre più si accanivano contro di lui a causa della fama delle sue azioni, fu ramingo a Roma, a Fondi, ad Aquino, a Sora, a Pico, dove continuava a testimoniare il vangelo e a compiere miracoli, finché non fu ricercato dai soldati romani, per ordine dello stesso imperatore, e condotto al martirio. Il suo corpo fu sepolto prima a Veroli e poi ad Anagni, nella chiesa di Santa Maria.

La Chiesa di San Magno vescovo e martire (foto)

L’eremita BUONO era di Colle San Magno, ritenuto santo, dalla pietà popolare. Era nato a Cantalupo, “Sante Bone”, così chiamato nell’idioma locale, e visse per lo più in una piccola “cella benedettina sita in quei pressi, oggi identificabile con la chiesa di S. Rocco, tra Cantalupo ed il Castello di Roccasecca. L’eremita Buono è ricordato per la sua vita di pietà e di devozione, per alcuni episodi che sanno di straordinario e di miracoloso, ma soprattutto perché viene riportato in molta letteratura medievale come il profeta di San Tommaso, avendo annunciato alla contessa Teodora, moglie del conte Landolfo d’Aquino, incinta, nel Castello di Roccasecca, che avrebbe avuto un figlio, a cui sarebbe stato dato il nome di Tommaso e che sarebbe stato dottore della chiesa, santo e famoso in tutto il mondo. L’eremita Buono fu sepolto, alla sua morte, nella Chiesa di San Pietro in Cantalupo; indi nella chiesa parrocchiale di San Magno, su a Colle. Buono era un pastore al servizio dei Conti di Aqùino, i cui possedimenti, in quel tempo, arrivavano fino oltre Roccasecca, compreso Colle San Magno e quindi Cantalupo. La memoria popolare di lui racconta molte storie e aneddoti miracolistici, ancorché non risulta che sia mai stata proposta causa di beatificazione. Tra gli altri racconti si ricorda quello della tentazione del demonio. Non volendo rinnegare la fede cristiana, il pio eremita era perseguitato dal maligno, che gli nascondeva il secchio sì da impedirgli l’approvigionamento dell’acqua. Ma Buono non si scomponeva affatto, perché riusciva a tirar l’acqua dal pozzo con un cesto, facendola miracolosamente ghiacciare.